Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Apre a Padova la prima pizzeria senza pizzaiolo
Nasce a Padova la prima rivendita che sforna senza pizzaiolo
Il cliente sceglie gli ingredienti, le macchine fanno il resto: una impasta, l’altra stende, la terza farcisce, il tapis roulant porta al forno. A Padova ha aperto la prima pizzeria automatica.
PADOVA Una pizza sfornata ogni trenta secondi è il sogno di ogni cliente che mal sopporta le lunghe attese in pizzeria. Lo stesso non vale per il pizzaiolo che così si sentirebbe ingranaggio di una catena di montaggio: a meno che non ci si trovi nella nuova e speciale pizzeria di Padova dove, mentre il cliente si farcisce da solo la pizza, il pizzaiolo in cucina prepara gli impasti per l’indomani e ognuno si serve direttamente all’uscita del cibo dal forno.
Dal 4 agosto in zona industriale (via Nona Strada 19B) al terzo piano di un’ex concessionaria di automobili, funziona questo speciale sistema che non ha eguali, frutto dell’inventiva di una famiglia padovana e della tecnologia di un’impresa di Camposampiero. Un’autentica catena di montaggio che parte dalla cucina e prosegue con disimpilatori di teglie, getti automatici di pomodoro, tapis roulant e due forni elettrici, fino alla pesata digitale che determina il prezzo. I camerieri (famiglia al completo) spiegano il procedimento, portano le bibite e sparecchiano per i 110 clienti del locale e per gli eventuali altri 110 dell’ampia terrazza con vista sul lato moderno di Padova.
«Tutto è nato per caso quando mio figlio Giacomo, rientrando a casa una sera di tre anni fa, ci ha raccontato di un gelato fai-da-te consumato in città e pagato caro. Abbiamo pensato che sarebbe bello se ci si potesse fare la pizza da soli – spiega l’ideatore del progetto e titolare della GPizza Federico Gallon così ho fatto lo schizzo di un macchinario, l’ho sottoposto a un ingegnere e due anni fa ho coperto il sistema di produzione da brevetto internazionale. Ne è nato il prototipo realizzato dalla Food Tech che a Camposampiero produce ed esporta tecnologie per la pasta fresca». Progetto, software e meccanica interamente padovani per un’idea che i Gallon (oltre al capofamiglia e al figlio Giacomo, la moglie Caterina e l’altra figlia Giorgia) pensano ora di diffondere con il franchising.
Federico Gallon ha una ventennale esperienza nella vendita di compattatori per i rifiuti, lavoro che non abbandona perché il recente forte investimento nel locale non consente cambi d’occupazione. Spiega che prima dell’apertura del locale, il sistema è stato testato sette mesi in un capannone. «Poi ci siamo scontrati con la burocrazia che ci ha tenuto fermi sei mesi ma ce l’abbiamo fatta con le nostre forze e con l’aiuto della mia azienda, senza l’auspicato sostegno delle banche poco sensibili alle nuove idee».
Il funzionamento della pizza automatica: su un monitor il cliente digita nome, numero di tavolo e tipo di pizza: con o senza pomodoro; col numero della teglia la ritira due metri più in là, la porta sotto i dispenser degli ingredienti (un massimo di 26) e la farcisce distribuendo le porzioni con i guanti in lattice; quindi passa la teglia sul nastro trasportatore. Volendo può osservare da una finestra il passaggio della pizza precotta dal primo al secondo forno (tre minuti di cottura totali) o l’attende alla bilancia.
Sul prezzo ci si deve fare l’occhio: un’eccessiva farcitura lo fa lievitare ma per un apporto dignitoso (ad esempio mozzarella, pomodoro, tonno, melanzane e peperoni) l’importo si ferma a 8 euro. Non ci sono ingredienti più cari e la cottura è standard: le sole varianti dipendono dalla quantità. «Anche per le birre abbiamo puntato sulla patavinità - dice il titolare tre alla spina e cinque artigianali vengono tutte dallo stabilimento che dista 200 metri».