Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Dalle città murate al Sile e al Garda Grand tour in bici
Il caldo torrido dà un po’ di tregua: ecco alcune piste ciclabili da riscoprire Da Treviso parte un percorso di 55 chilometri per Jesolo, tra cigni e salici Da Padova si possono raggiungere i Colli Euganei. L’anello delle città murate
Coi suoi picchi di 40 gradi, Lucifero ha costretto in garage, messe a riposo, anche tante biciclette. Ma passata la frustata di caldo, ora, l’idea di un’uscita in pista ciclabile torna a essere accessibile. E il Veneto, con chi ama la vita sul sellino – appassionati, coppie, famiglie – sa essere generoso. Partiamo, sì, ma prestiamo attenzione al meteo: domani sono attesi rovesci, soprattutto in montagna.
Le cronache più recenti dal mondo dei pedali raccontano, ad esempio, dell’inaugurazione del tratto Portegrandi-Caposile, nel Veneziano, all’interno di quel totem c’è la ciclovia del Sile, che di fatto da Treviso, percorrendo circa 55 km, porta fino a Jesolo: fiume di risorgiva, il Sile scorre placido lungo la Marca e genera uno scenario di cigni, salici piangenti, insomma una cartolina famosa nel mondo.
Famosa è anche la collezione di itinerari bollati da Padova. In primis, l’anello fluviale della città. Un gioco di canali e argini tra Brenta e Bacchiglione, tante zone d’ombra, in tutto circa 44 km che si spalmano fino a Stra, nel Veneziano. Fuori dal centrocittà, quindi, il radar padovano segnala i tanti anelli della provincia. Quello dei Colli Euganei è una perla: 63 km, vi s’incontrano bici di ogni tipo, si costeggiano diverse vie d’acqua, la strada è a prevalenza pianeggiante e la si può approcciare da Abano Terme per poi tornare al punto di partenza. A incrociarsi, con questa ciclabile, è il cosiddetto anello delle città murate, che tocca Montagnana e dall’altro lato della sua pianta rettangolare (65 km circa) va a lambire Este. E poi, ancora, la ciclovia del Brenta, ben tenuta, incorniciata da una natura esuberante, parecchie varianti tra cui l’aggancio col Naviglio Brenta che sfocia nella zona delle Ville Venete.
Avanti, allora, con la ciclabile sull’asse della vecchia ferrovia Treviso-Ostiglia, che taglia il Veneto in basso diagonale, come spettava ai treni prima che i bombardamenti della guerra mandassero tutto per aria: nel tratto (oltre 50 km) che collega Quinto di Treviso con Grisignano di Zocco, Vicenza, la ciclabile è un corridoio verde (a breve si chiuderanno i lavori che uniscono Quinto con il centro di Treviso dopodiché non resterà che definire – realizzando il sogno di molti cicloturisti – la parte che da Grisignano attraversa il territorio veronese e raggiunge, appunto, Ostiglia, nel Mantovano). Va citata, poi, la via che da Cortina d’Ampezzo approda a Venezia: trattasi di un tour con tappa anche a Treviso, roba da più giorni per chi la fa tutta ma è possibile pure inserirsi più giù, lungo il percorso.
Infine Verona che offre tre itinerari: il primo è la ciclabile dell’Adige nord, che dalla città si allunga fino a Trento; il secondo è la ciclabile dell’Adige sud, che costeggia anch’essa il fiume per poi (qui lo sforzo aumenta) abbracciare il territorio di Rovigo sino a Rosolina Mare; il terzo è un marchio di fabbrica, ossia la Peschiera-Mantova, nota in tutta Europa, distanza di 40 km, si parte dal lago di Garda, nello specifico Peschiera, e ci si fa accompagnare dal fiume Mincio, che tocca il ritaglio di bellezza di Borghetto e da lì prosegue, immerso nel verde, fino alla città di Virgilio. Tutte le informazioni su www.piste-ciclabili.com/regione-veneto