Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Verona, neonata di nove mesi muore mentre fa il bagnetto

Inchiesta della procura, disposta l’autopsia sul corpicino

- Davide Orsato

VERONA Erano insieme nella vasca da bagno, fratellino e sorellina. Lui, di quasi tre anni e lei, otto mesi appena compiuti. Si è assentata un attimo, questione di pochi secondi, secondo quanto ha detto alla polizia, poi, al suo ritorno, ha trovato la piccola sott’acqua.

Sofia (nome di fantasia) è morta nel giro di pochi minuti: i soccorsi, per quanto celeri, non hanno potuto salvarla, nonostante i disperati tentativi di rianimarla sul posto. La madre è una trentenne nigeriana, richiedent­e asilo, ospite di una casa - famiglia di Veronetta. È lì, che domenica scorsa, verso sera, si è consumata la tragedia.

La chiamata, alla centrale del Suem del Policlinic­o di Borgo Roma, è arrivata intorno le 18,30. Al telefono, un operatore della comunità che ospita la donna, assieme ad altre richiedent­i e in alcuni casi con figli a carico. Dopo che l’ambulanza è arrivata sul posto, i sanitari hanno cercato di stabilizza­re la neonata, in arresto cardiocirc­olatorio. Nonostante l’uso del defibrilla­tore e il massaggio cardiaco, però, il cuore di Sofia non ha mai ricomincia­to a battere: i medici non hanno potuto fare altro che accertare il decesso per annegament­o. Le prime indagini sono state affidate alla polizia: sul posto una volante che ha raccolto le prime testimonia­nze. La palla è poi passata alla Squadra Mobile. Secondo le ricostruzi­oni - gli agenti avrebbero sentito, oltre alla donna, anche alcuni operatori della casa - famiglia - la madre avrebbe messo fratello e sorella nella vasca da bagno. Con pochissima acqua: appena venti centimetri. Quasi un’abitudine, nei giorni di gran caldo della scorsa settimana. «L’ho fatto per rinfrescar­li un po’», avrebbe detto ai poliziotti.

Poi si sarebbe assentata per «qualche secondo», il tempo per recuperare qualche vestito che, steso fuori ad asciugare, era caduto nel cortile. Secondo quanto raccontato dalla donna - una versione che quanti si occupano delle indagini stanno cercando di verificare - si sarebbe trattato di meno di un minuto. Fatto sta che, quando è rientrata in bagno, era troppo tardi: ha trovato il fratellino che piangeva, mentre Sofia non riemergeva dal fondo della vasca.

La notizia di quanto accaduto si è diffusa ieri, dopo l’apertura di un fascicolo da parte della Procura contro ignoti. Al momento, dunque, non c’è nessun provvedime­nto che riguarda la madre. Fonti della questura fanno sapere che ogni ipotesi resta aperta ma che per il momento si propende per quella dell’incidente domestico. Si saprà qualcosa di più dall’esito dell’autopsia disposta dal pm che è stata eseguita ieri al centro di Medicina legale del Policlinic­o.

Migliorano, intanto, le condizioni della bambina di sei anni colpita da un sasso durante un’escursione con il padre, sul sentiero della Valsorda, a Marano di Valpolicel­la. Ricoverata in rianimazio­ne all’ospedale di Borgo Trento, ieri è stata risvegliat­a ed estubata. Resta sotto osservazio­ne nel reparto di terapia intensiva.

La disgrazia La piccola era figlia di una richiedent­e asilo nigeriana ospitata in una casa - famiglia

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L’inchiesta Indaga la Mobile

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