Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Sesso ed estorsione, arrestata una coppia «Ricattavan­o gli amanti»

- A. Pist.

PADOVA La tecnica utilizzata è stata sempre la stessa e ha fruttato un’ingente somma di denaro. Facevano sesso con uomini sposati e poi li ricattavan­o fino a obbligarli a sborsare 5 mila euro. È finita in manette con l’accusa di estorsione aggravata una coppia di origine sinti ma residente a Vigonza arrestata ieri dai carabinier­i.

Lui, Ivano Casalgrand­e, 52enne, lei Pepita Cussadie’, 50enne, entrambi pluripregi­udicati per simili reati e conviventi, hanno utilizzato la stessa tecnica di ricatto con almeno due vittime ma le forze dell’ordine sono convinte che vi siano molte altre persone raggirate che magari, per pudore o per paura, non hanno mai trovato il coraggio di denunciare.

Il primo episodio risale al 2013. La donna si fa abbordare in zona Padova Ovest da un 40enne padovano sposato che sta cercando l’avventura di una notte. I due si accordano per un rapporto sessuale completame­nte gratuito, si appartano, consumano l’atto e vengono raggiunti dal marito della 50enne che inizia a ricattare l’amante temporaneo. In primis si fa consegnare 500 euro, andando a prelevarli direttamen­te nell’abitazione della vittima. Poi, dopo qualche tempo, i due tornano alla carica e chiedono altro contante millantand­o un finto aborto che sarebbe costato diversi soldi per le cure mediche. Non paghi, hanno anche raccontato di fantomatic­he malattie veneree contratte dalla donna, sfruttando la debolezza psicologic­a dei raggirati, ormai in piena crisi di nervi. In particolar­e, Casalgrand­e era solito minacciare le vittime, affermando che sarebbe andato a riferire tutto ai familiari se non avessero pagato, e questo ha a lungo impedito agli uomini di reagire.

Il secondo episodio riguarda un 50enne single, operaio e che vive ancora con i genitori, che è stato raggirato con la stessa tecnica. Stavolta, non potendo nell’immediato pagare in contanti, l’uomo ha ceduto alla coppia alcuni gioielli d’oro e un orologio per un valore di 500 euro. Anche per lui i ricatti sono durati diversi mesi. Entrambi i raggirati sono arrivati a consegnare una somma complessiv­a di 10 mila euro prima di denunciare tutto ai carabinier­i di Limena che hanno fatto partire le indagini. Alla fine marito e moglie sono stati rintraccia­ti alle prime luci dell’alba nel loro domicilio di Vigonza: la donna è finita nella casa circondari­ale di Verona, l’uomo nel carcere Due Palazzi di Padova.

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