Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
L’Accademia italiana della cucina: «Non c’è violazione dei friulani, il dolce non è proprietà di nessuno»
TREVISO Paolo Petroni, fiorentino classe 1942, è il presidente della Accademia italiana della cucina. Autore di diversi libri sulle tradizioni culinarie fiorentine, marinare, emiliane e toscane.
L’ente che presiede si propone di salvaguardare le tradizioni della cucina italiana e la cultura della civiltà della tavola, ed è finito nel mezzo della polemica politica tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, una polemica dal gusto dolcissimo ma allo stesso tempo amaro, condiviso e conteso. Il caso-tiramisù ha infatti acceso uno scontro tra delegazioni. La delegata di Treviso, Maria Teresa Perissinotto, ha accusato il collega di Udine, Massimo Percotto, di «scorrettezza etica» per aver avviato la pratica del Pat senza avvisarla, dopo che lei stessa aveva comunicato a tutti i delegati di aver registrato dal notaio la ricetta. Presidente, la delegazione
veneta attacca quella friulana. Chi ha ragione?
«Non vedo nessuna violazione etica in quanto accaduto. Non capisco perché Udine avrebbe dovuto informare Treviso. Ogni delegazione ha la propria autonomia, l’importante è che non facciano nulla contro lo statuto».
Dunque, ogni delegazione può chiedere di registrare qualsiasi prodotto?
«Tutto arriva alla sede centrale, cioè a me. Vagliamo i singoli casi, se sono ricette particolari facciamo un controllo. Ma in casi come la richiesta di Pat possono agire autonomamente». Ma così non è come rubare un piatto ad un’altra città?
«Se Treviso vuole, può ottenere lo stesso riconoscimento di Udine. Il Pat è solo un elenco, non cambierà nulla al tiramisù. Nessuno potrà impossessarsi del nome, che è come gli spaghetti alla carbonara:
nessuno potrà dire che è di sua proprietà».
Dunque, più che una guerra tra delegati dell’Accademia della cucina è una guerra tra Regioni? «Non me lo faccia dire».
In Veneto c’è la Lega, in Fvg il Pd. Non è che sia questo il conflitto?
«Voglio solo dire che se a qualcuno questo è sembrato uno sgarbo, allora è sufficiente che chieda lo stesso riconoscimento del Pat. Nessuno negherà mai che il tiramisù sia un dolce che in Veneto ha la sua storia e la sua tradizione e dunque l’iscrizione nel registro dovrebbe arrivare facilmente».
Ma dunque è stato inutile registrare nel 2010 dal notaio la ricetta trevigiana?
«Quello è un atto diverso, è un atto privato con il quale viene definita la modalità di preparazione del dolce e tutto viene certificato da noi e dal notaio. Questo non sancisce chi ha inventato il tiramisù o di chi è la primogenitura. Anche se poi, queste polemiche, servono a poco. Perché, alla fine, grazie a Dio, ognuno in cucina fa quello che gli pare».
Petroni Treviso può fare la stessa domanda