Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Una legge per «Industria 4.0» alla veneta
Patto Regione-imprenditori: allo studio un provvedimento che stimoli l’adesione delle Pmi
VENEZIA Gli incentivi fiscali sono un’ottima leva per dare vigore agli investimenti di Industria 4.0 ma da soli non bastano ancora a stimolare gli imprenditori, soprattutto i piccoli, a una convinta adesione a quella che viene dipinta come la rivoluzione industriale da cogliere a tutti i costi. Così, «dopo una navigazione a fari spenti di molte settimane, in cui tutte le sei associazioni territoriali di Confindustria hanno dato un loro contributo – assicura Gianni Potti, delegato di Confindustria Veneto per questa materia – abbiamo incontrato la Regione Veneto per condividere iniziative e adattare strumenti attuali e futuri alle peculiarità del sistema produttivo locale».
Al tavolo, con l’assessore regionale allo sviluppo economico, Roberto Marcato, c’era anche il presidente degli industriali veneti, Matteo Zoppas, il quale ha riconosciuto che «Industria 4.0 è al momento l’unica manovra di politica industriale con effetti reali e immediati, dei quali abbiamo già degli indici di successo. Occorre però individuare strumenti regionali stabili, che consentano di sostenere in modo strutturale questo cambiamento epocale nelle nostre imprese e superare i campanilismi, con un coordinamento che ottenga il massimo dalla sinergia delle singole realtà territoriali«. «E’ ora – ha da parte sua concordato Marcato - di declinare azioni e strumenti con una connotazione regionale». Tutto ciò, a parte le enunciazioni di principio, dovrebbe prendere la forma di una legge regionale che funga da sollecitazione a quel parterre di aziende di più ridotte dimensioni, ancora poco toccate dal vento digitale. «Bisogna far comprendere – prosegue Potti - che il “4.0” non è solo fatto di cambi di macchinari e software ma di processi. Vuol dire formazione, cultura del cloud, cybersecurity e almeno un’altra ventina di capitoli che abbiamo messo in fila in un documento, sul quale la futura legge regionale dovrebbe essere calibrata. E deve essere chiaro che non andiamo in cerca di soldi ma di un modo attivo di accompagnare la trasformazione. Fermo restando che rimane urgente che la Corte dei Conti sblocchi il provvedimento di finanziamento dei Competence Center, che sta tenendo bloccata la realizzazione del piano nazionale di Industria 4.0».
Sul tavolo ci sono poi tutti i canali poco battuti delle risorse, che potrebbero giungere dall’UE sotto forma di Fondi di sviluppo regionale (Fesr).
Secondo una recente indagine di Fondazione Nordest, le imprese venete hanno cominciato a rispondere positivamente al piano ed il 46,3% di esse sono tornate a investire in innovazione approfittando degli incentivi previsti. Fra questi, lo strumento che riscuote maggiore consenso è quello dell’iperammortamento, scelto dal 72,1% degli intervistati per dotarsi di nuove tecnologie come robot, stampanti 3D, sistemi di realtà aumentata e di simulazione. Il 46% ha dichiarato di aver utilizzato la «Nuova Sabatini» sui beni strumentali e il 38% il credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo.