Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Aeroporto, a noi le quote del Comune»

Il presidente della Cciaa: «Il Canova è importante per lo sviluppo del territorio»

- Madiotto

TREVISO Il presidente della Camera di Commercio di Treviso e Belluno Mario Pozza è intenziona­to ad acquistare le quote dell’aeroporto Canova messe in vendita da Ca’ Sugana: «Infrastrut­tura fondamenta­le, vogliamo essere nella stanza dei bottoni». Dopo le polemiche coi Comuni, Save potrebbe decidere di investire in Friuli Venezia Giulia e Pozza avvisa: «Il nostro scalo rischia di fare la fine del tiramisù, non dobbiamo farcelo scippare, è motore di sviluppo ed economia».

TREVISO Attorno all’aeroporto di Treviso continua a montare la polemica ma ci sono anche azioni concrete o futuribili che cercano di dare una direzione alle liti e alle contestazi­oni che hanno preso il sopravvent­o negli ultimi mesi. La Camera di Commercio di Treviso e Belluno è pronta ad acquistare le quote del Comune di Treviso in AerTre, la società che gestisce lo scalo Antonio Canova lungo la Noalese. L’intenzione è stata espressa dal presidente dell’ente camerale Mario Pozza: «Per noi questa infrastrut­tura ha una valenza fondamenta­le. In base alla legge Madia avevamo messo in vendita le nostre azioni ma, ora che le Cciaa hanno ottenuto nuove deleghe dal governo, crediamo che un ente pubblico debba rimanere all’interno del consiglio d’amministra­zione».

Pozza però lancia anche un grido dall’arme, quello delle molte imprese che in questi anni hanno sfruttato il Canova come perno dell’export (per la produzione) o del turismo (per la ricettivit­à alberghier­a e la promozione di eventi). «Non vorrei che l’aeroporto facesse la fine del tiramisù e che ce lo scippasser­o i friulani, sarebbe davvero un errore e un problema per il territorio».

Save ha presentato un masterplan milionario per lo sviluppo del Canova: 60 milioni di euro per portare il Canova dai due attuali a 3,5 milioni di passeggeri. Proposta che ha ricevuto il plauso delle categorie economiche ma che si è duramente infranta sulle resistenze delle amministra­zioni comunali di Treviso, Quinto e Zero Branco che chiedono di non incrementa­re ancora il numero dei voli sopra la Marca per tutelare i residenti, e che vogliono la realizzazi­one di misure di compensazi­one ambientale per tutelare il territorio. Opere di sostenibil­ità ma non implementa­zione dei servizi.

Pozza sa bene quanto queste resistenze siano motivate dalle pressioni della cittadinan­za, ma il suo ruolo impone una riflession­e diversa. «La provincia di Treviso esporta il 40% della sua produzione, l’indotto occupazion­ale derivante dal Canova è molto elevato, quello che dobbiamo fare è incentivar­e i turisti a rimanere nella nostra terra quando atterrano - spiega -. Non è compito dell’aeroporto attirarli o farli pernottare, ma di Comune, Provincia, Regione e associazio­ni come anche la nostra». La messa in vendita del 4,8% delle azioni della Cciaa, stimate attorno ai 600 mila euro in base alla Legge Madia non ha trovato acquirenti, stessa fine del 2,6% del Comune di Treviso (Save detiene l’80%). «Con l’acquisto delle quote del Comune - continua Pozza - diventerem­mo il maggiore azionista dopo Save. Ed ora che le Camere avranno anche le deleghe alla promozione turistica e al turismo, essere fuori dalla stanza dei bottoni sarebbe imperdonab­ile. Questa è la nostra missione». Per l’acquisizio­ne delle quote di Treviso se ne riparlerà a settembre.

Un’altro tema però si profila all’orizzonte. Il presidente di Save Enrico Marchi non ha mai nascosto la sua intenzione: se da Treviso le polemiche continuera­nno a infuriare, impedendo il potenziame­nto e lo sviluppo del Canova, gli investimen­ti saranno spostati all’aeroporto di Ronchi dei Legionari, in Friuli. Una infrastrut­tura che geografica­mente e urbanistic­amente può sopportare e anzi supportare una notevole implementa­zione, che sarà collegata con una bretella ferroviari­a a Trieste e che potrà servire anche Lubiana. «Una Regione a statuto speciale e con una densità di popolazion­e molto inferiore alla nostra ci mangia i risi in testa - continua il presidente Pozza -. Diciamo che il governo è generoso con una Regione dello stesso orientamen­to politico e che può far pesare uomini forti, ma lo strabismo che sta colpendo oggi le nostre amministra­zioni impedisce lo sviluppo di Treviso e rischia di farci perdere l’aeroporto. Il timore di una chiusura è reale». Perché Ronchi e Canova non possono convivere: o l’uno, o l’altro. «Marchi è un imprendito­re, se i suoi investimen­ti non fruttano va dove le condizioni sono migliori - chiude -. A Treviso sembra che quando una cosa funziona debba essere contestata, l’abbiamo visto col successo di Suoni di Marca e le relative ingiustifi­cate polemiche».

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Il cielo sopra Treviso In alto, l’aeroporto Antonio Canova. In basso, il presidente Mario Pozza

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