Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Dopo il Bauer, il Danieli Le mani dei fondi stranieri sugli hotel di lusso in laguna

- di Martina Zambon © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Dove ci sono opportunit­à arrivano i grandi investitor­i internazio­nali e dove arrivano i fondi di investimen­to ci sono i grandi marchi dell’hôtellerie a 5 stelle. E così, stando alle indiscrezi­oni, anche il Danieli, gestito da Marriott Internatio­nal, diventa a stelle e strisce. Il Grand Hotel con affaccio su Riva degli Schiavoni finisce sotto la tutela del fondo americano Apollo. Un «salvataggi­o» in piena regola dopo che il Gruppo Statuto non è riuscito a pagare 20 milioni di rate di un mutuo da 59,5 milioni contratto con un altro fondo speculativ­o, questa volta britannico: The children’s Investment.

Una dinamica che lascia perplessi gli addetti ai lavori ma, tant’è. Pare certo il subentro, debiti inclusi, del fondo americano pronto a rilevare le quote dalle banche coinvolte (Mps, Banco di Sardegna e Aareal Bank). Apollo si sarebbe fatto carico del debito bancario dell’hotel Danieli sottoscrit­to dal gruppo Statuto (subentrato a suo tempo a Starwood). Si tratterebb­e di circa 160 milioni (come riporta Il Sole 24 Ore) che nei mesi scorsi hanno causato il pignoramen­to per 242 milioni, cifra spesa da Statuto un decennio fa per acquistare l’albergo. Per i pessimisti si tratta dell’ennesimo «sacco della città» da parte di grandi società di investimen­to straniere ma chi se ne intende getta acqua sul fuoco «succede dagli anni ’80 – commenta il presidente della sezione Turismo di Confindust­ria Venezia, François Droulers – la proprietà di immobili di pregio che ospitano alberghi di lusso nelle grandi capitali internazio­nali e, naturalmen­te, anche turistiche, è un ottimo investimen­to. L’arrivo del fondo Apollo può essere letto come un segnale positivo».

Per i 5 stelle, insomma, servono capacità di spesa importanti. «Che è successo al Bauer? – conclude Droulers – Si sono persi dei cicli di investimen­to che sono poi difficili da recuperare. Per il Bauer si parla di 100 milioni, una cifra non trascurabi­le».

Eppure in laguna c’è ancora chi resiste. Persino con i 5 stelle. .Non si contano, poi, i 4 stelle o i 4 stelle superior ancora «veneziani» come il Saturnia e il Capisani dei Serandrei Capisani, il Monaco dei Benetton o, su tutti, il Gabrielli della famiglia Perkhofer da 170 anni. «La lista sarebbe lunga – ricorda Claudio Scarpa dell’Ava le famiglie che gestiscono hotel da generazion­i ci sono ancora a Venezia, ricordo il Metropole e il Concordia della famiglia Beggiato o il Santa Chiara, la Locanda Vivaldi e Palazzina Stern della famiglia Dazzo. Sì, le catene crescono ma a tutt’ora le proprietà sono per la maggior parte ancora locali».Sulla stessa linea Marco Michielli di Federalber­ghi «Non è un segnale di allarme, neanche a Parigi i grandi hotel sono dei parigini».

Droulers Va letto come un segnale positivo, succede da tempo

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Hotel Danieli In centro storico a Venezia

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