Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ragazzina molestata da magrebino La sorella lo denuncia su Facebook
Piove di Sacco, la vittima, 12 anni, era in bici con la famiglia. Indagano i carabinieri
PIOVE DI SACCO (PADOVA) Molestie su una minorenne, di sera, mentre con la famiglia stava pedalando tranquillamente in una zona residenziale. L’episodio sarebbe accaduto mercoledì sera nei pressi della stazione ferroviaria di Piove di Sacco. A denunciarlo una delle protagoniste, che ha lasciato per qualche ora un post sul gruppo Facebook «sei di Arzergrande». Prima che il messaggio venisse rimosso, si leggeva un racconto dettagliato di quello che sarebbe accaduto poche ore prima: «Questa sera (mercoledì, ndr) sono uscita con mia madre e le due mie sorelle minori per un giro in bici nel Piovese. In prossimità della stazione mia sorella di 12 anni, avanti pochi metri da noi, viene fermata da un ragazzo di origini nordafricane in bici, che avrà avuto un’età massima di 26 anni. La raggiungiamo in pochi secondi e il ragazzo ci chiede informazioni sulla locazione della moschea più vicina, in un blando italiano. Mia madre prontamente risponde. Lui ringrazia e fa per andarsene. Mia sorella minore resta indietro a chiudere la coda. La sento chiamarmi. Mi giro e vedo l’uomo che si gira e se ne va. L’aveva appena presa con la mano nei fianchi, cercando di infilarle un dito dietro. Ho la nausea , mi sono sentita impotente a vedere mia sorella poco più che bambina non capire nemmeno cosa stava succedendo».
La dodicenne era a spasso con la madre e insieme alle due sorelle, rispettivamente di 15 e di 20 anni. La mamma ha subito presentato denuncia ai carabinieri della locale stazione, che stanno cercando di dare un nome alla persona che avrebbe compiuto il gesto postato su Facebook. Stando al racconto della sorella maggiore, l’episodio sarebbe successo attorno alle 22 in una zona residenziale e ben illuminata. Sembra che il soggetto da qualche giorno bazzichi nel territorio del Piovese. La madre della dodicenne quando si è rivolta ai carabinieri ha raccontato che uno sconosciuto in sella a una bicicletta in via Vittorio Veneto, a Piove di Sacco, si era avvicinato alla figlia minorenne, palpeggiandole i glutei, per poi allontanarsi velocemente.
Il racconto della sorella su Facebook poi continuava: «Mi sono sentita impotente, dopo un attimo di smarrimento ci siamo rivolte subito ai carabinieri, che ci hanno rincuorato e ci hanno assicurato che faranno tutto quello che è in loro potere per risalire all’autore del fatto. Non sono assolutamente razzista, ma certo fa specie che ci sia stato un tentato approccio a una bambina e che il fatto si sia consumato alle prime luci della sera, non in piena notte e in una cittadina sicura e a misura d’uomo come Piove di Sacco». Prima di essere rimosso, il post ha ricevuto diverse condivisioni e gli utenti dei vari gruppi in cui era stato segnalato hanno commentato il fatto.
L’episodio ha dei precedenti molto gravi nella provincia di Padova. Lo scorso marzo, nei pressi dell’ex base militare di Bagnoli diventata da tempo un hub per l’accoglienza dei richiedenti asilo, era scoppiato il caso di una quarantenne stuprata di sera mentre stava facendo jogging. Dopo giorni di appostamenti e controlli, i carabinieri erano riusciti a bloccare un profugo. In manette era finito Jerry Ogboru, ventiseienne di origini nigeriane. L’uomo è stato accusato di violenza sessuale e di rapina. Contro di lui prove schiaccianti, prima fra tutte il telefonino della vittima che gli era stato trovato addosso. Il nigeriano poi era in possesso di un altro cellulare appartenente a una 21 enne che il 9 febbraio scorso era stata sorpresa alle spalle da un uomo che aveva tentato di sfilarle i pantaloni, dopo averla portata in una zona buia. ma lei si era ribellata ed era scappata.
A fine giugno un episodio grave era successo a Villanova di Camposampiero. Il sindaco Cristian Bottaro, insieme alla prefettura e alla cooperativa Laris che si occupa dell’accoglienza dei migranti nel paese dell’Alta Padovana, aveva allontanato un profugo. L’uomo era solito avvicinarsi alle donne e abbassarsi i pantaloni, importunandole e mostrando i genitali. Al tempo il primo cittadino aveva chiarito che: «Non si tratta di azioni criminali ma di comportamenti inaccettabili e contrari agli impegni presi con il Comune al momento dell’arrivo dei migranti in paese».