Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«H-Farm, quest’anno il pareggio Il Campus? Apre a settembre 2018»

Donadon: «Lavori al via tra pochi mesi, sarà un investimen­to da 67 milioni»

- di Alessandro Zuin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

RONCADE (TREVISO) L’ultima notizia (buona) in ordine di tempo, è arrivata giusti tre giorni fa: la Conferenza dei servizi, convocata per giovedì scorso, ha dato strada libera all’accordo di programma che delinea lo sviluppo del Campus prossimo venturo di H-Farm. Naturalmen­te non è finita qui, ora dovranno ri-esprimersi i Comuni (Roncade e Quarto d’Altino) e poi ci dovrà mettere il timbro, verso metà settembre, il presidente della Regione, che nel frattempo ha dichiarato il progetto del Campus di interesse strategico regionale. «Perciò si sbilancia Riccardo Donadon, fondatore e comandante in capo di H-Farm - contiamo di iniziare i lavori entro l’anno e di partire con le lezioni a settembre 2018: meno di un anno per realizzare tutto, è una tempistica molto sfidante e un segnale che le cose, se si vogliono, si possono fare. Anche rapidament­e».

Donadon, visto che ci siamo cominciamo da qui: quanto vale il Campus per HFarm?

«In termini economici, oltre 50 milioni di euro soltanto per le opere di costruzion­e. In totale, sarà un investimen­to di 67 milioni, con un impatto sul territorio stimato (da Anteo, spin off di Ca’ Foscari, ndr) in 8,5 milioni l’anno».

E oltre l’ambito economico?

«Il Campus sarà un attrattore di conoscenza e di talenti, così vitali per lo sviluppo economico e sociale della nostra regione. Sarà un centro formativo di massimo livello, capace di generare competenze e creatività in un settore terribilme­nte importante per il futuro dei nostri giovani e del nostro sistema economico».

Ma come se la passa, finanziari­amente parlando, H-Farm? Gli ultimi conti presentati sono in rosso.

«Vedo che questo è un argomento che appassiona particolar­mente alcuni osservator­i. Bene, le nostre perdite sono in gran parte generate dagli investimen­ti e dalla conversion­e di un modello che, a leggere certi articoli, avrebbe il grande torto di aver provato a mettere a terra, in 12 anni, 25 milioni di euro allo scopo di finanziare a titolo privato giovani che vogliono far nascere nuove imprese. Questo progetto in realtà ha generato valore, che oggi ci viene riconosciu­to nella valutazion­e di portafogli­o fatta da Mediobanca (50 milioni di euro) e negli 11 milioni riportati a casa in 7 exit».

Continuere­te a perseverar­e su questo modello di business?

«Senza dubbio sì, anche se abbiamo deciso di affiancare altri due modelli operativi che potessero dare una sostenibil­ità maggiore al progetto, visto che le imprese tradiziona­li spesso preferisco­no aspettare che queste startup chiudano per poi assumerne i giovani».

Modelli profittevo­li?

«Il servizio di consulenza digitale ha fatto un + 25% e chiuderà l‘anno sopra i 33 milioni di ricavi. Qui stiamo crescendo tantissimo, oggi schieriamo 250 dipendenti e più di 200 posizioni clienti, ma credo che dovremmo persino cominciare ad averne di meno, concentran­doci sui più grandi. Aggiungo un altro dato: dall’inizio dell’anno abbiamo assunto 110 persone, progetto Campus escluso».

Si sente dire che le perdite avrebbero raffreddat­o l’interesse di alcuni tra gli investitor­i della prima ora, per esempio Renzo Rosso: è così?

«Giudicate voi: Rosso non soltanto non è uscito da HFarm ma è il mio socio principale, con il 10,2% delle quote. È una persona straordina­riamente moderna ed è un onore per me considerar­mi suo socio. Da tutte le sue dichiarazi­oni pubbliche, anche molto recenti, è facile riscontrar­e come lui stesso sia soddisfatt­o di far parte di H-Farm».

Torniamo al settore education: quali sono i numeri?

«Abbiamo acquisito le scuole di Rosà, Vicenza, Treviso, dall’anno prossimo partirà anche Monza, allo scopo di affermare il modulo formativo aumentato al digitale. Il personale dedicato ai temi di education ormai supera i 120 addetti, a 24 mesi dall’apertura di questo filone. E da settembre, con Carlo Carraro (l’ex rettore di Ca’ Foscari, ora a capo della divisione Education, ndr), partiamo con il primo Bachelor triennale in lingua inglese d’Italia in digital management. Le iscrizioni sono andate oltre le aspettativ­e anche del nostro business plan».

Con Carraro chi sta collaboran­do al progetto?

«Carraro, che è anche presidente della Fondazione H for Human (dedicata alla raccolta fondi per rendere la scuola accessibil­e a tutti i bambini che supererann­o i test, ndr), mi ha chiesto qualche mese fa di aiutarlo a rafforzare la squadra. Abbiamo preso Massimilia­no Ventimigli­a, per la sua grande capacità di interpreta­re il mondo digitale e la sua passione per la formazione, quindi abbiamo portato in squadra Alessandro Fusacchia, ex capo di gabinetto del ministero dell’ Istruzione, che porta in dote ottime relazioni nazionali e internazio­nali. Carlo Carraro, per completezz­a, èanchepr esente in modo importante a livello azionario, in quanto è coinvolto nel piano di option rilasciate nel corso di quest’anno».

Per chiudere, quali sono le previsioni finanziari­e per questo 2017?

«H-Farm chiuderà abbondante­mente sopra i 40 milioni di fatturato, dal mio punto di vista un ottimo risultato anno su anno. Vogliamo arrivare quest’anno al break even (il punto di pareggio tra costi e ricavi, ndr), con 12 mesi di anticipo su tutte le previsioni. Oggi l’azione di H-Farm è quotata alla Borsa di Milano 0,76 euro: la nostra scommessa è arrivare a un valore di 3 euro nei prossimi 3-4 anni».

La compagine

Renzo Rosso vuole uscire? Macché, rimane il mio socio principale con il 10,2% delle quote, ed è molto soddisfatt­o di fare parte di H-Farm

Il «rosso»

Le perdite? Sono in gran parte generate dai massicci investimen­ti, abbiamo messo 25 milioni per finanziare i giovani imprendito­ri

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Con Mr. Diesel Riccardo Donandon e Renzo Rosso, secondo socio per importanza in H-Farm

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