Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Il Venezia sbatte sul palo all’esordio Il Cittadella supera l’Ascoli in rimonta
I padovani sorprendono, la squadra di Inzaghi invece non decolla
Nessuno, ma proprio nessuno, pensava che lo sbarco in laguna della B sarebbe stato senza difficoltà. Con la Salernitana il Venezia fa 0-0, zero gol, ma non zero occasioni e zero emozioni, almeno per 35 minuti. Poi lentamente il match si spegne e Superpippo Inzaghi apre la stagione con un pari e si accontenta del punticino, in attesa di una condizione migliore, meno traballante, che autorizzi anche qualcosa in più dell’ordinaria amministrazione.
Tutt’altra musica al Tombolato, dove il Cittadella prima annaspa e va sotto con l’Ascoli, poi reagisce, sorpassa, affonda il colpo e infine resiste al ritorno marchigiano. Il sunto estremo della serata è 3-2, segnano Schenetti, Kouamé e Siega e tanti saluti ai sogni di gloria del debuttante (senza patentino) Maresca. A Venezia si contano le occasioni, ma di gol neppure l’ombra. La migliore chance del primo tempo capita al 17’ sul destro di Bentivoglio: tiro a giro dal limite dell’area, Radunovic con la punta delle dita si allunga e mette il pallone sul palo. Ma la Salernitana non sta a guardare, l’ex Bocalon è motivato, ma al 21’ impreca contro Sprocati, che non lo serve nonostante fosse liberissimo in area.
Il Venezia almeno inizialmente mostra di stare bene, attacca sfruttando molto le qualità tecniche dei suoi uomini migliori, punge con la freschezza di Moreo e con la capacità di saltare l’uomo (a intermittenza) di Falzerano. Inzaghi si sbraccia, il suo Venezia è simile a quello dello scorso anno. Tanto pressing, accortezza in fase difensiva, un centravanti boa e tanta qualità sulle mezzali e sulle corsie esterne. La Salernitana risponde con la qualità annacquata e quasi assonnata di Rosina e con il dinamismo di Della Rocca, ne viene fuori una partita piacevole, muscolare e a tratti anche spigolosa, ma senza mai sconfinare nella rissa.
Dopo il 35’ il match si spegne, senza più dare l’impressione di poter regalare fiammate. Il brivido finale di Ricci su sponda di Bocalon trova pronto ancora una volta Audero, che in modo elegante ed efficace si oppone deviando in corner. 0-0 il sunto complessivo del primo tempo, zero gol ma di sicuro non zero emozioni e neppure zero occasioni. Altro brivido a inizio ripresa, quando Sprocati pesca il jolly ma non riesce a inquadrare la porta davvero per un nonnulla. Come una partita a scacchi, con Bollini e Inzaghi a specchio uno dell’altro che cercano lo scacco matto senza, peraltro, trovarlo.
La Salernitana esce alla distanza, il Venezia ondeggia ma non cade e sfiora il vantaggio con Zigoni, che calcia alto sopra la traversa da buona posizione al 14’. Il gol può arrivare da un’invenzione, da un calcio da fermo, o da un errore tecnico. Modolo di testa trova la respinta di Radunovic, ancora una volta decisivo. Il cooling break previsto dal nuovo regolamento è la cartina di tornasole di un secondo tempo alla camomilla, in cui succede poco o nulla. E cui neppure le correzioni in corsa sembrano cambiare l’inerzia del match.
Il Venezia boccheggia, resiste, si spaventa quando Gatto con un tiro cross sta per confezionare la beffa. Finisce 0-0: per ora va bene così, mentre Roberto Venturato si gode l’ennesimo gioiello. Come ha ricordato il presidente Andrea Gabrielli, il Cittadella è sempre dietro nei pronostici, ma poi sul campo va quasi sempre diversamente.
Emozioni Tanti gol al Tombolato mentre al Penzo brilla la stella del giovane portiere Audero