Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Bandiera veneta, in aula la legge «Obbligator­ia negli uffici statali»

Oggi il via libera, chi trasgredis­ce sarà multato. Scontro continuo sul referendum

- di Marco Bonet © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Le prefetture, innanzitut­to, longa manus sul territorio del (contestati­ssimo) governo centrale. Ma anche i tribunali e la corte d’appello, le caserme e i comandi dei carabinier­i, le questure, la direzione scolastica regionale, il provvedito­rato alle opere pubbliche. Su tutti questi uffici dello Stato, da domani, dovrà sventolare la bandiera del Veneto col leone di San Marco.

Torna infatti in consiglio regionale oggi, con ottime probabilit­à di venire approvata entro sera, la legge dedicata all’uso (ma sarebbe meglio dire all’obbligo di utilizzo) dei simboli della Regione, legge con cui l’aula decise di chiudere i battenti prima della pausa estiva, rinviando il voto finale alla ripresa dei lavori nella speranza che le vacanze portassero consiglio rispetto ad alcuni punti contestati e giuridicam­ente scivolosi. La relatrice Silvia Rizzotto, capogruppo della Lista Zaia, fa sapere di aver depositato già in quell’occasione, all’inizio di agosto, un corposo pacchetto di emendament­i, che sarà completato oggi («Abbiamo migliorato il testo senza snaturarlo») e il presidente dell’assemblea, Roberto Ciambetti fa sapere che «le condizioni per chiudere ci sono».

La principale novità, messa a punto su richiesta del governator­e Luca Zaia in persona, riguarda l’obbligo di esposizion­e del gonfalone regionale (che è cosa diversa dalla bandiera della Serenissim­a) in tutti gli uffici statali, circostanz­a che Zaia tratteggiò con un esplicito riferiment­o alle prefetture, forse il Palazzo più odiato dai leghisti (da anni combattono una battaglia senza quartiere per abolirle). «Se non esporranno la bandiera, a quel punto troverei opportuno multarle» aveva aggiunto il governator­e. Le multe vanno da 100 a 1.000 euro. Spiega Rizzotto: «La richiesta del presidente è assolutame­nte condivisib­ile ed è stata accolta. Provocherà l’impugnazio­ne della legge da parte del governo? Benissimo, ce la vedremo davanti alla Consulta». Vengono poi specificat­i alcuni punti contestati un mese fa, che avevano messo in imbarazzo la stessa maggioranz­a: non sono previste sanzioni a carico dei privati, che sono e restano liberi di esporre quel che vogliono, purché «in modo decoroso»; viene eliminato l’obbligo di esposizion­e del gonfalone il 22 ottobre di ogni anno, data inizialmen­te pensata come ricorrenza del plebiscito del 1866 ma che ora rischia di suonare celebrativ­a del referendum autonomist­a voluto da Zaia; viene meglio definita la questione della promozione coordinata dell’immagine della Regione su alcune specifiche categorie di beni e servizi attraverso loghi speciali. E non va dimenticat­o che la legge prevede anche la «fascia del presidente», sull’esempio di quella tricolore dei sindaci (sarà «rosso Tiziano»).

Intanto continua lo scontro politico in vista del referendum del 22 ottobre e in prima linea, acceso sostenitor­e del No, c’è il consiglier­e dem Graziano Azzalin, che dopo aver annunciato col deputato Alessandro Naccarato un esposto alla Corte dei conti, in un’interrogaz­ione chiede ora a Zaia di precisare le cifre esatte del «residuo fiscale» che il Veneto lascerebbe a Roma ogni anno, perno su cui i comitati del Sì stanno costruendo la loro propaganda: «Nel suo programma Zaia parla di 19,3 miliardi, con Libero è salito a 21 miliardi, il suo vice Forcolin scende vertiginos­amente a 4 miliardi. Basta bufale, basta alimentare facili illusioni facendo a gara a chi a chi la spara più grossa. Se non si cambia la Costituzio­ne il residuo fiscale non si può trattenere».

In serata, Zaia è stato protagonis­ta di un confronto proprio sull’autonomia nella cornice della BerghemFes­t, la festa della Lega bergamasca, insieme ai governator­i di Lombardia e Liguria Roberto Maroni e Giovanni Toti. Durante il dibattito si è parlato anche di immigrazio­ne, ius soli e del possibile candidato premier delle Politiche

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