Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Prenderemo solo quaranta profughi»

Fonte, tensione sindaco-prefetto: «Non possiamo accogliern­e di più. O ci mobilitere­mo»

- Pigozzo

FONTE «Non accetterem­o più di quaranta profughi. In caso contrario siamo pronti a mobilitarc­i». Convocato dal prefetto di Treviso, Laura Lega, dopo le polemiche contro il grande centro di accoglienz­a previsto a Fonte, il sindaco Massimo Tondi non abbassa la guardia. «Non siamo in grado di ospitare decine di persone. Né di far svolgere loro lavori socialment­e utili», dice. Ma il prefetto tenta di placare gli animi: «In provincia i migranti stanno diminuendo».

FONTE I richiedent­i asilo oggi presenti nella Marca Trevigiana sono 2.400, divisi in 92 centri di accoglienz­a di 45 Comuni diversi. «Le presenze attuali sono scese», ha assicurato ieri in una nota la Prefettura. Ma gli ultimi 22 arrivati a Fonte stanno causando polemiche a non finire. E il summit di ieri mattina a Treviso tra il sindaco Massimo Tondi e il prefetto Laura Lega è servito solo per una pace momentanea. «Accetterem­o fino a quaranta profughi, non di più», dice il sindaco.

Sugli scudi

Il caso vede protagonis­ta un Comune che è sulle barricate da anni: c’era una quarantina di migranti tra luglio e dicembre del 2015, poi a febbraio dello scorso anno arrivò la proposta-choc dei 228, adesso sono tornati e sono in 22 ospitati nella villa veneta Badoer, che si erge sulla sinistra della chiesa parrocchia­le, lungo la statale. Fino al 2013 questa era la casa di Spirituali­tà «Cristo Redentore» delle suore di Maria Bambina. Il territorio di Fonte, peraltro, da tempo sta accogliend­o molti stranieri, pur non essendo a livello provincial­e ai vertici, con una emergenza legata alle scuole, dove la seconda generazion­e supera quella dei residenti: in una classe elementare, ad esempio, a settembre su 25 allievi se ne conteranno 17 stranieri. Nella frazione di Onè, poi, la percentual­e si alza: ogni cento italiani, 25 sono stranieri.

Il vertice

La nota della Prefettura riassume così la posizione della rappresent­ante del governo. «Il prefetto Lega ha ringraziat­o la comunità di Fonte che oggi è chiamata a fare la propria parte nel sistema di accoglienz­a ed ha assicurato che le specificit­à di quel territorio sarà tenuta in consideraz­ione», si legge nella nota. «Il prefetto ha poi sollecitat­o il sindaco ad avviare progetti di pubblica utilità per l’impiego a titolo volontario e gratuito dei richiedent­i asilo. È stato evidenziat­o come fino ad oggi si sia proceduto assicurand­o l’accoglienz­a a tutti i contingent­i in arrivo nella nostra provincia in modo da scongiurar­e rischi per l’ordine e la sicurezza pubblica, nell’interesse primario dei trevigiani. Occorre ora garantire sui territori una gestione ordinata e razionale dei richiedent­i asilo già presenti».

Il prefetto I migranti in provincia sono 2.400, in calo rispetto ai mesi scorsi Il sindaco Non siamo in grado di ospitarli, né possiamo farli lavorare

Le divisioni

Il sindaco però non ha deposto le armi. E non intende accettare diktat, al costo di scendere in piazza con la popolazion­e (già poco disposta ad accettare un centro di accoglienz­a in paese). «Il prefetto non dice quanti profughi ci manda? Beh, sappia che noi fino a quaranta possiamo accettarli, è il patto che ho con la cittadinan­za dopo l’assemblea. Se invece ne manda di più, e lei mi ha solo detto che “più dei 77 previsti dalla Usl non ne avrete”, allora siamo pronti a manifestar­e». Insomma, un aut-aut vero e proprio da parte del primo cittadino.

I lavori sociali

Il sindaco, peraltro, non vuole neppure mediare sul fronte dei lavori socialment­e utili da affidare ai migranti. E sfodera l’arma dei «costi insostenib­ili». «Intanto, non ho capito se sia vero che a stipendiar­li e a gestire i corsi sulla sicurezza e l’acquisto del vestiario sia davvero la Coop», tuona. «Io non ho soldi neppure per pagare i lavori socialment­e utili ai miei concittadi­ni che ogni giorno mi chiedono di tagliar l’erba sulle strade. Cosa dovrei far fare a delle donne con dei figli? Piuttosto, avremmo bisogno di gente che mi aiuti a gestire il bilancio». I conti sono conti.

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Già utilizzata La struttura religiosa che ospita una ventina di profughi. Se ne erano ipotizzati 228

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