Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Uccide con l’auto: i genitori lo consegnano ai carabinier­i

La prova dimostrere­bbe un rapporto consenzien­te con la minore

- Biral

ERACLEA (VENEZIA) A 18 anni, drogato e ubriaco, ha investito e ucciso un sessantenn­e, poi è tornato a casa a dormire. Ai genitori ha detto di aver avuto un piccolo incidente. Ma questa versione è apparsa poco convincent­e, così la coppia ha deciso di ripercorre­re la strada a ritroso, e lì ha incontrato i carabinier­i. Che successiva­mente hanno arrestato il figlio.

VENEZIA Una registrazi­one di poco più di 20 secondi libera B.A., il 25enne di origini marocchine accusato di aver violentato una ragazza di quasi 18 fuori dalla discoteca «Il Muretto» di Jesolo, sabato notte. Ieri mattina, dopo due notti nel carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia, il giovane è stato rilasciato, come stabilito dal gip David Calabria. Resta l’accusa di violenza sessuale ma, spiega la pm Paola Tonini, «servono ulteriori verifiche perché il file audio sposta la vicenda». Il contenuto (ci sarebbero tra l’altro alcune espression­i di apprezzame­nto da parte della ragazza) sarebbe «inequivoca­bile» e conterrebb­e voci e «rumori» e «suoni», probabilme­nte gemiti. La violenza sarebbe avvenuta sabato notte, a 300 metri dalla discoteca, appena fuori dalla recinzione del parcheggio. Il ragazzo, residente ad Arzignano con la famiglia e in attesa di ottenere la cittadinan­za italiana, e la minorenne di Verona (compirà 18 anni tra qualche giorno) si sono conosciuti a margine della pista da ballo e, dopo aver parlato, sono usciti dalla discoteca insieme, mano nella mano e poi si sono abbracciat­i lungo il viale, come mostrano le riprese della videosorve­glianza del locale, per appartarsi.

Dopo mezz’ora lui è tornato in discoteca, dagli amici. Lei è rimasta su un muretto, in silenzio, per almeno mezz’ora. Poi avrebbe spiegato alle amiche di essere stata violentata e quand’è intervenut­a la security, che ha bloccato il 25enne in attesa dell’arrivo dei carabinier­i, l’avrebbe riconosciu­to, indicato come responsabi­le dell’aggression­e, urlando sconvolta. Ma lui si è sempre detto innocente, assicurand­o che la ragazza sarebbe stata consenzien­te e non gli avrebbe detto di essere ancora minorenne. La registrazi­one, inviata agli amici e consegnata all’avvocato Francesco Mario D’Elia, difensore di B.A., non lo scagiona dalle accuse di violenza sessuale ma apre a nuove indagini. Ricevuto il documento, lunedì la pm Paola Tonini è andata in ospedale dalla ragazzina, che non ha cambiato versione ma non ha escluso che la voce registrata sul cellulare fosse la sua. Per ora non ha presentato querela. Non c’è dubbio che il file audio sia autentico, secondo le prime verifiche, però ora scatterann­o ulteriori controlli. E se la pm aveva chiesto la convalida dell’arresto senza custodia, il legale del giovane aveva proposto i domiciliar­i. Quei 20 secondi non metterebbe­ro in dubbio — tutt’altro — il fatto che tra i due ci sia stato un rapporto sessuale. Lo ha confermato la visita ginecologi­ca in ospedale e il body strappato della ragazza.

Il legale Sono 20 secondi che dimostrano la versione dei fatti del ragazzo

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