Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Vaccini, nuovo ricorso contro lo Stato «Subito la sospensiva»

Palazzo Balbi impugna la legge sull’obbligo. Coletto: «La coercizion­e non serve»

- Nicolussi Moro

VENEZIA Mentre le Usl si stanno organizzan­do per rispondere alle migliaia di richieste di certificat­i vaccinali, ma anche di vaccinazio­ni, presentate in questi giorni dai genitori degli alunni di età compresa tra zero a 16 anni, la Regione ha dato mandato all’avvocato Luca Antonini di presentare il secondo ricorso contro l’obbligo vaccinale imposto dalla nuova normativa statale come condizione per la frequenza in asili, elementari, medie e biennio di superiori e Centri profession­ali. Lo ha annunciato il presidente Luca Zaia nel corso della giunta di ieri: all’impugnazio­ne del decreto Lorenzin davanti alla Corte Costituzio­nale decisa lo scorso 13 giugno, nei prossimi giorni seguirà un secondo ricorso contro la legge di conversion­e dello stesso. Con una differenza sostanzial­e: stavolta il Veneto chiede anche la sospensiva dell’obbligo, per gli studenti da zero a 16 anni, di assumere dieci vaccini: antipoliom­elitica, antidifter­ica, antitetani­ca, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilu­s influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella. Pena sanzioni da 100 a 500 euro e la non iscrizione a Nido e materne. E la chiede subito, contestual­mente all’inizio dell’anno scolastico.

«Siccome il decreto legge è stato convertito in legge con modificazi­oni è necessario impugnare anche quest’ultima, che appunto contiene cambiament­i, per esempio il numero di vaccinazio­ni obbligator­ie scende da 12 a 10 (e le multe sono meno salate, prima arrivavano ai 7500 euro, ndr) — spiega il professor Antonini, ordinario di Diritto costituzio­nale all’Università di Padova ed esperto di ricorsi in materia di Sanità —. L’obbligo rimane lesivo della normativa regionale, basata su consenso informato, libero convincime­nto e alleanza terapeutic­a. La legge di conversion­e mantiene la rigidità dell’obbligator­ietà, con numerose contraddiz­ioni interne già riscontrab­ili nel decreto legge. Per esempio: secondo la giurisprud­enza l’obbligo si giustifica solo quando c’è un interesse della collettivi­tà da tutelare che non può essere tutelato in altro modo. Non lo ravviso in relazione alla situazione del Veneto — avverte l’avvocato — che vanta un livello di copertura vaccinale nettamente al di sopra della soglia critica stabilita dall’Oms nell’85%. Il decreto legge confonde la soglia critica con la copertura ottimale del 95% (secondo l’Oms necessaria a garantire l’immunità di gregge, cioè la protezione anche dei soggetti che non possono essere vaccinati per motivi di salute, ndr). Nel Veneto il livello di copertura è sopra al 90% e senza alcuna costrizion­e. Non c’è emergenza tale da giustifica­re il ricorso al decreto legge».

Quanto alla sospensiva, precisa il professor Antonini: «L’avevamo solo annunciata con la prima impugnazio­ne, perchè aspettavam­o la legge di conversion­e, ora la chiediamo ufficialme­nte. Depositere­mo il ricorso nei prossimi giorni». Insomma, continua la «disobbedie­nza ideologica» del Veneto, che però, come già disse due mesi fa l’assessore alla Sanità, Luca Coletto, nella pratica rispetta la legge dello Stato. Anche se con una piccola forma di protesta: venerdì scorso il Dipartimen­to di Prevenzion­e ha inviato a tutte le Usl una circolare con le «Prime indicazion­i operative regionali per l’applicazio­ne della legge 119 del 31 luglio 2017». «Doveva essere una delibera — rivela l’assessore all’Istruzione, Elena Donazzan — ma il presidente ha deciso di non emanarla perchè i contenuti non sono di nostra competenza». «Con la coercizion­e non si va da nessuna parte — dice Coletto — la copertura di gregge era già prevista dalla legge regionale 7 del 2007 che aveva sospeso l’obbligo vaccinale. La legge dello Stato, poi, contiene strane indicazion­i. Esempio: da zero a 6 anni se non sei vaccinato non vai a scuola, da 7 a 16 anni se paghi la multa ci vai. Non ha senso».

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I più piccoli Devono vaccinarsi entro il 10 settembre

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