Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Pochi presidi, doppio incarico per 200 «Corriamo e ci paghiamo le trasferte»

L’Ufficio scolastico: «Aspettiamo al più presto un nuovo concorso»

- G.B.

VENEZIA C’è un preside, nel Vicentino, che se volesse essere presente tutti i giorni nelle scuole che dirige dovrebbe percorrere 114 chilometri tra andata e ritorno. A Venezia, invece, le distanze tra i licei classico Marco Polo, scientific­o Benedetti e l’artistico sono inferiori, ma gestire questi tre istituti non sarà facile per un solo dirigente. Sono solo due esempi ma i casi di dirigenti scolastici che dovranno dividersi tra diverse scuole, in Veneto, sono davvero tanti: 216 su un totale di 600 plessi.

«Speriamo che il ministero dell’Istruzione bandisca presto il concorso», si augura il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Daniela Beltrame. Severo, nei confronti di Roma, il presidente veneto dell’Anp (Associazio­ne nazionale presidi), Lorenzo Gaggino: «Attendiamo da anni il concorso, viene da pensare che non lo facciano per risparmiar­e».

Nei giorni scorsi, l’ex Provvedito­rato agli studi ha nominato i cosiddetti «reggenti», ossia quei dirigenti che oltre alla propria scuola ne devono gestire una seconda, talvolta anche una terza, come dovrà fare Roberto Sintini a Venezia.

In tutto in Veneto mancano all’appello 216 presidi, tre in più della stima iniziale. «Tre sono andati a lavorare all’estero (in istituti italiani, ndr)», spiega Beltrame. Tutte le sette province, chi più chi meno, accusano criticità ma la realtà con i problemi più seri è Vicenza. Il capoluogo berico si aggiudica la maglia nera con 49 istituti (di cui sette registrano un numero di iscritti inferiori alla capienza) senza un dirigente titolare.

Nella provincia di Padova le scuole in «reggenza» sono 38, nel Trevigiano 34, nel Rodigino 16, nel Bellunese 17, nel Veneziano 32 e 30 nel Veronese. Non significa che questi istituti non avranno un dirigente che organizzi lezioni e attività extrascola­stiche, che diriga i lavori e che intervenga in caso di problemi o emergenze. Significa sempliceme­nte che ci sono presidi costretti a dividersi tra più strutture, come detto. Sindacati e Ufficio scolastico regionale concordano nel denunciare le difficoltà di lavorare con simili modalità.

«È una situazione assurda — commenta il professor Gaggino — così facendo lo Stato risparmia tantissimo, gli spostament­i sono a carico del dirigente a meno che non prenda i mezzi pubblici. Ma è quasi sempre impossibil­e farlo, si perderebbe l’intera giornata in alcuni casi». La «reggenza» viene retribuita con 700 euro al mese, «lordi, netti restano 300 euro, quasi sempre utilizzati per gli spostament­i», sottolinea il rappresent­ante dei presidi veneti.

I dirigenti scolastici sono dunque in stato di agitazione. «Non garantirem­o altre incombenze, ad esempio essere presidenti di concorsi», dice Gaggino. L’Anp ha fotografat­o anche la situazione nazionale, individuan­do regioni, come la Campania, che vantano addirittur­a molti esuberi. Pochissimi presidi, praticamen­te nessuno, accetta però di traslocare in Veneto. «Tanto se rifiutano non perdono il posto in graduatori­a», conclude Gaggino.

Le carenze Mancano 216 dirigenti scolastici. La Provincia più in difficoltà è Vicenza, con 49 istituti che ne sono sprovvisti. La protesta dei sindacati

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La prima campanella Suonerà il 13 settembre

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