Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Rimproveri a scuola e le foto su Facebook in auto a 130 all’ora Alberto il «ribelle»
ERACLEA (VENEZIA) L’ultima foto pubblicata su Instagram è quella del cagnolino che dorme. «Cianalby», ci aggiunge un cuore affianco, le foto di qualche birra, tanti amici, i video in discoteca . Nel profilo Facebook di Alberto Cian la data di nascita segna: 21 settembre 1997, ma in realtà ha 18 anni e un viso da bambino, la foto che lo ritrae è di qualche anno fa. E a vedere le altre, quell’aria fanciullesca non l’ha abbandonato. Va ancora a scuola, ma come ammette lui stesso non gli piace, ed è facile credergli viste le note sul libretto che posta con tanto orgoglio : «Se uno l’è crudo le poc da far», commenta autoironico. Una bestemmia all’intervallo, richiamato per il cellulare in classe, perché disturba la lezione. I rimproveri che si merita un adolescente indisciplinato, vivace, ma simpatico e sorridente. Se non fosse che Alberto, o «Tramezzino», come lo chiamano gli amici, la scorsa notte è tornato a casa ubriaco e (probabilmente) sotto effetto di stupefacenti e ha investito un uomo in bicicletta, uccidendolo e lasciandolo in strada.
Il ragazzo è neopatentato e come tale il tasso alcolemico dovrebbe essere zero. E la velocità massima consentita 90 chilometri orari. Eppure dalle foto postate nei mesi precedenti e con lo stesso orgoglio delle note scolastiche il tachimetro segna i 130. «Hai superato il limite, è 110 per i neopatentati», gli scrive un amico sbagliando (il limite è 100 in autostrada). «Ma la macchina è intestata a mia mamma, quindi è 130», risponde lui. «Andiamo a letto», scrive allegando una foto: una strada, magari la stessa che ha percorso l’altra mattina, quando ha incontrato la bicicletta, il cielo è chiaro, l’alba è già passata da un pezzo e chissà dov’è stato quella notte. Alberto è un ragazzino, condivide video divertenti e si arrabbia alla notizia di un cane maltrattato, ma tra le foto pubblicate emerge anche il profilo di una persona estroversa ed esuberante, che con un occhio alla sua macchina, ammaccata dal colpo mortale al ciclista, questa volta ha esagerato.
Su Fb Se uno è crudo non c’è niente da fare. La macchina? Di mamma