Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Vaccini, migliaia di lettere spedite a casa
Scuola, la mossa del Comune per evitare il caos: «Informeremo ogni famiglia. E ci aspettiamo consapevolezza»
TREVISO Un documento consegnato al momento dell’iscrizione per i bambini dagli zero ai sei anni, quelli che frequentano il nido o l’asilo. Una lettera inviata casa per casa ai ragazzi delle scuole elementari e medie. Per tutti, identici moduli di autocertificazione e stesse parole per spiegare che la circolare del Miur del 16 agosto ha cambiato le regole: adesso vaccinarsi è obbligatorio. E se i genitori decideranno di non farlo, sarà usato il pugno di ferro per i nidi e le scuole dell’infanzia, la cui frequenza non è obbligatoria per legge: entro marzo saranno individuate le modalità per allontanare i bimbi dalle classi.
Per i più grandicelli, dalle elementari in su, invece, sarà chiesto all’Ufficio scolastico regionale come comportarsi: esiste una multa, ma anche un obbligo alla scolarizzazione da rispettare. Sono queste in sintesi le decisioni prese ieri mattina a Ca’ Sugana al tavolo tecnico convocato dall’assessore Caterina Cabino, al quale hanno partecipato i dirigenti delle scuole del capoluogo. «Al termine dell’incontro abbiamo stipulato un verbale che coordina una comunicazione unica e identica per tutti», spiega l’assessore. «Informeremo i cittadini sugli obblighi che hanno e ci attendiamo consapevolezza. Registriamo però al momento una certa lentezza nella risposta delle famiglie che sono già state informate. I tempi comunque ci sono e la Usl gestirà al meglio questa campagna vaccinale».
In ballo, stando alle prime stime provinciali, circa settemila tra ragazzi e bambini da vaccinare sui circa 60-65.000 residenti nella fascia d’età 016. Tra quelli da vaccinare, circa la metà fanno riferimento all’azienda sanitaria del capoluogo, oggetto del summit di ieri. La campagna vaccinale, dunque, parte da un’ipotesi di almeno ventimila «interventi» da fare, gli stessi che si sono già organizzati per la meningite: l’esavalente infatti va somministrata per tre volte in un anno e la tetravalente due volte nell’arco di sei anni.
Il tema peraltro è molto discusso in questi giorni perché coinvolge decine di migliaia di persone e i contrari alla vaccinazione si stanno mobilitando: stimano 600 famiglie nel Trevigiano pronte a dar battaglia, anche legale. Va precisato però che gli scienziati ritengono che per scongiurare epidemie serve che almeno il 95% delle persone sia vaccinato, dall’85% si configura il rischio epidemiologico. In Veneto la media è del 91,6%, mentre nel Trevigiano la percentuale scende. Un esempio? La polio è al 93,1% a Treviso, all’82,7% nella Destra Piave e al 90,2% nella Sinistra Piave. O il morbillo: 82,6% nell’ex Usl 9, 73,2% nell’ex Usl 8 e all’83% nell’ex Usl 7. Infine, va citato anche l’altro fenomeno di massa in corso in questi giorni: la richiesta delle autocertificazioni a 15.000 docenti e a circa 2.500 fra personale Ata e collaboratori per dichiarare che vaccini sono stati fatti o meno. Ed evitare ulteriori intoppi alla campagna.