Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Malasanità, un paziente denuncia i medici «Al San Martino mi hanno chiamato feccia»
Coppia pugliese accusa l’ospedale: ricovero dopo 12 ore. L’Usl: nessun insulto
Patologia grave Il malato è affetto da una grave forma di osteomielite
CORTINA Una storia di malasanità scuote Cortina: la denuncia depositata ieri in Questura a Belluno è di un paziente pugliese che lamenta ritardi nel ricovero ospedaliero, disordine e di essere stato definito «feccia» da un medico. L’Usl 1 però ribatte subito: «Siamo a conoscenza del caso, gestito con professionalità. E non ci risulta alcuna offesa».
La cronaca è fresca. Parte da Foggia diretto al Putti di Cortina per farsi ricoverare per un’osteomielite, ma dopo ore di attesa si ritrova in ortopedia a Belluno dove è curato per malattia acuta infettiva recente. «Il 24 agosto scorso sono andato al Putti per farmi curare, come faccio da ormai 7 anni, per la mia osteomielite che in quel momento era peggiorata ed essendo in fase febbrile dovevo essere ricoverato al più presto – ha raccontato il paziente, Luigi Russi -. Dopo aver visto che il Putti era stato chiuso, cosa della quale non ero a conoscenza, siamo andati, verso le ore 9, all’ospedale Codivilla e mi sono messo in attesa di essere visitato, cosa che è avvenuta solamente un’ora e mezza dopo il mio arrivo».
Continua Russi: «A visitarmi è stato il dottor Darin, che mi ha riconosciuto in quanto ex paziente del Putti. Mi ha medicato, ma poi mi ha riferito che non potevo restare lì poiché non c’era l’infettivologo e che quindi dovevo essere trasferito a Belluno. Dopo aver atteso le 14.30 per l’arrivo dell’ambulanza, una volta arrivato a Belluno, un’ora dopo quindi, mi si è presentato lo stesso scenario. Mi è stato detto infatti che non potevano accogliermi e che dovevo tornare al Codivilla. A quel punto mi sono arrabbiato ed è arrivato il primario del reparto malattie infettive di Belluno dottor Francavilla».
Russi nella vicenda è sempre stato affiancato dalla moglie, la quale ha riferito che «sembrava che la preoccupazione principale fosse perché quel paziente fosse lì anziché occuparsi di come intervenire per assisterlo e curarlo».
L’ospedale di Belluno ha così preso in carico il paziente, trasferito nel reparto di ortopedia e prima ricevuto in uno studio, in cui la coppia è stata assistita dalla dottoressa Mondardini, del reparto infettivi. Ed è proprio lì che, a quanto riferiscono i Russi, si è verificato uno «spiacevole episodio». «Abbiamo assistito ad una chiamata che Mondini ha ricevuto da Francavilla. Il volume era alto, la voce forte, si sentiva benissimo: ha chiesto se fossimo ancora lì e che “quella feccia che arrivava da Cortina” doveva essere ricoverata». A quel punto la coppia è montata su tutte le furie. «Incredulo, ho strappato di mano il telefono alla dottoressa per poter intervenire ma Francavilla ha agganciato». Ha dovuto attendere, racconta, 12 ore per il ricovero. «Sono stato visitato solo in tarda serata dal dottor Saffi, responsabile del reparto di ortopedia, il quale però mi ha subito detto che lui il giorno seguente sarebbe andato in vacanza e non avrebbe potuto seguirmi». Così è stata Mondardini ad occuparsi del paziente, tuttora ricoverato all’ospedale di Belluno.
Sono accuse gravi quelle contenute nella denuncia presentata all’Ufficio prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Belluno. «Sono a conoscenza del caso - ha risposto il Direttore Sanitario della Usl 1 Dolomiti, il dottor Giovanni Pinotti - ma ci tengo a precisare che il paziente è stato trasferito a Belluno poiché si trattava di malattia acuta infettiva recente e non di una vecchia osteomielite riacutizzata e l’ospedale di Belluno ha competenze in più per curare un’infezione di questo tipo». Pinotti chiude: «Mi piacerebbe inoltre pensare che le osteomieliti venissero trattate non come casi a sé ma direttamente nelle città dove nascono quei problemi. Ogni centro dovrebbe avere medici chirurghi capaci di saper affrontare complicanze di questo genere. Per quanto riguarda la dichiarazione da parte del dottor Francavilla sentita al telefono dal paziente non ne sono a conoscenza e non mi risulta che si sia espresso così».
Pinotti (Usl) Non risulta che il medico si sia espresso così. I trasferimenti di reparto? Necessari