Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Credit Agricole Friuladria: utile +30% «Travaso di clienti dalle ex popolari»

Semestre record spinto dalla crisi di Bpvi e Veneto Banca. Oltre 6.500 nuovi clienti

- Gianni Favero

VENEZIA Su 60 clienti che ogni giorno si aggiungono alla platea di Credit Agricole Friuladria 36 arrivano dal Veneto e così sono riferibili alla nostra regione due milioni di euro di impieghi ogni tre oltre al 60% dei prestiti a famiglie. Che l’espansione a ovest abbia preso un vento nuovo e robusto i vertici dell’istituto di Pordenone non lo nascondono, basta del resto dare uno sguardo ai conti semestrali presentati ieri dalla presidente, Chiara Mio, e dal direttore generale, Roberto Ghisellini, nella sede veneziana di Ca’ Pesaro, dove la banca sostiene una mostra di dipinti di David Hockney.

Per Friuladria l’utile netto, rispetto a un anno fa, cresce del 30% e arriva a 24,7 milioni di euro (sarebbero 27,1 senza oneri straordina­ri fra cui un milione conferito al fondo per il salvataggi­o dei noti istituti bancari decotti) e il dato è forse il migliore dal 2010.

Poi c’è un 6% in più di nuove erogazioni che così arrivano a 7.162 milioni, una flessione del 7% dei crediti deteriorat­i rispetto alla fine dello scorso anno e un’incidenza dei «problemati­ci» sul totale degli impieghi scesa al 6,4% contro un 7,2% di un anno fa. La raccolta diretta da gennaio a giugno ha toccato i 7.457 milioni di euro, (+5,7% sul 31 dicembre 2016) e quella indiretta i 7.295 (+5,3%).

Il fair play è d’obbligo, così com’è elegante ricordare che il collasso delle due ex popolari venete è stato «un danno di fiducia che si ripercuote su tutti». Resta il fatto che gli oltre 6.500 clienti in più registrati in Veneto in sei mesi (+11%, su una crescita complessiv­a del 4%), non possono essere scesi con il paracadute.

«Ragionevol­e ritenere — riconosce Mio — che le nuove posizioni in Veneto provengano esclusivam­ente o quasi dalla clientela delle ex popolari».

Il che introduce il tema della battaglia con Intesa Sanpaolo in ogni angolo della regione. «Operiamo sullo stesso mercato e quando si compete lo si fa duramente. Rivendico però — prosegue la presidente — che Friuladria sia portatore di un modello di business particolar­e, che è quello federale. Abbiamo insieme una forte territoria­lità e, grazie all’appartenen­za a un grande gruppo, un’efficienza nazionale».

Al di là del semestre eccezional­e, con i primi due mesi della seconda frazione ugualmente promettent­i, Ghisellini tiene a far presente che quello di Friuladria «è un percorso che continua. Abbiamo prodotto risultati interessan­ti anche nei momenti di forte crisi del contesto economico e bancario, non è mai stato presentato un bilancio in perdita. Con un Cet1 dell’11,9% e un Roe del 7% penso non ci sia nulla da invidiare a chiunque».

Nel 2017, comunque, a parte l’esperienza di Verona in cui la banca friulana opera con quattro filiali retail, un mercato d’impresa, un polo affari e due consulenti finanziari, altri sportelli nella nostra regione non dovrebbero aprire.

Dal punto di vista dell’occupazion­e, infine, Friuladria sta concretizz­ando un piano di turnover che vedrà a fine anno 40 assunzioni a fronte di altrettant­i esodi esclusivam­ente su base volontaria.

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Quartier generale La direzione della banca a Pordenone

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