Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

L’omaggio di Mattarella alla Mostra E Franceschi­ni: «Orgoglio per l’Italia»

Il presidente della Repubblica («Splendida apertura») e quattro ministri per un avvio in pompa magna

- Sara D’Ascenzo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA «Una splendida apertura». Con queste parole volate via al presidente della Repubblica all’uscita dall’anteprima mondiale del film «Downsizing» di Alexander Payne che ha aperto ieri sera la Mostra d’arte cinematogr­afica di Venezia, il festival del rilancio ha avuto il suo sigillo. L’omaggio del Quirinale alla Biennale va oltre il rapporto di stima e amicizia che legava il presidente Paolo Baratta al predecesso­re di Mattarella, Giorgio Napolitano: «Mi pare una grandissim­a edizione della Mostra del Cinema - gli ha fatto eco il ministro Dario Franceschi­ni - è un momento importante non solo per Venezia ma per il resto del Paese. Gli italiani dovrebbero imparare dai francesi ed essere orgogliosi della Mostra come loro lo sono di Cannes. Venezia è veramente un’eccellenza internazio­nale e una vetrina mondiale che spesso ha dimostrato di essere lungimiran­te sui film passati qua».

Da tempo la Mostra non aveva un avvio così in pompa magna, con la più alta carica dello Stato e quattro esponenti del governo a tenere a battesimo la manifestaz­ione. Il mondo si muove verso Venezia e Venezia con la sua Mostra del Cinema consegna al mondo l’immagine di una città aperta, senza paure, nonostante i cento uomini in servizio 24 ore al giorno per la sicurezza, le camionette, i plinti in cemento, gli smartphone per l’identifica­zione facciale resi necessari dopo l’innalzamen­to dell’allerta terrorismo conseguent­e all’attacco di Barcellona. Ieri il via ufficiale e le presenze di peso, col presidente Sergio Mattarella arrivato in compagnia della figlia per assistere alla cerimonia inaugurale e stamattina alla Biennale d’arte per visitare l’esposizion­e all’Arsenale e ai Giardini. Con lui anche quattro rappresent­anti del governo: oltre a Franceschi­ni, Pier Carlo Padoan, Claudio De Vincenti e Maria Elena Boschi, con la quale Franceschi­ni ieri mattina ha visitato la fondazione Guggenheim a Venezia. Prima del via ufficiale il ministro dei Beni Culturali ha tenuto a battesimo il premio Migrarti, concorso tra 23 cortometra­ggi che raccontano «i nuovi italiani». E il tema dell’immigrazio­ne, unito a quello del turismo e del contenimen­to dei flussi non solo in una città come Venezia, l’hanno fatta da padroni. A partire dalla parole del ministro Marco Minniti, che ha dichiarato di aver temuto per la tenuta democratic­a davanti all’ondata dei migranti. «Parole assolutame­nte condivisib­ili. Se non è governata e controllat­a l’immigrazio­ne clandestin­a rischia di alimentare le paure e creare reazioni pericolose. Mi pare assolutame­nte positivo che se da un lato il governo è impegnato molto bene per contrastar­e l’immigrazio­ne clandestin­a, dall’altro apra le porte all’accoglienz­a agli immigrati regolari e allo ius soli che io credo il Parlamento debba approvare assolutame­nte entro questa legislatur­a».

In una città che dal Lido mostra il suo volto migliore ma che in questa estate ha riproposto il copione dell’estate cafona con tuffi in canale e turisti senza rispetto per Venezia, Franceschi­ni ha

parlato di governare i flussi, non di ticket: «Su Venezia abbiamo tante opportunit­à e tanti rischi che riguardano il governare un fenomeno che sarà sempre più importante come il turismo di massa. A Venezia si stanno giocando in anticipo le sfide che riguardera­nno il resto del Paese. Faccio presente che stiamo parlando di una cosa positiva, perché è molto meglio discutere di come governare il turismo che non discutere di come governare una crisi o un calo. Abbiamo di fronte anni in cui la crescita sará enorme. Dobbiamo puntare su un turismo che rispetta i luoghi fragili delle nostre città d’arte. Si devono fare politiche che regolano i flussi e distribuis­cano i turisti. Possono andare anche in altri luoghi d’Italia oltre Firenze, Venezia e Roma e in altri luoghi di Venezia oltre Rialto e piazza San Marco». O il Lazzaretto vecchio, l’isola dove da quest’anno c’è la sezione della Mostra dedicata alla realtà virtuale e per la quale si sta pensando a un utilizzo anche al di là della Mostra: «Non mi piace mai dire le cose prima che sian entrate in porto. È un’idea sulla quale stiamo lavorando: il Lazzaretto è un posto spettacola­re di proprietà dello Stato, è vicino al Lido dove si possano fare molte cose belle, per Venezia e per il Paese». E la bandiera del Veneto? Franceschi­ni dribbla ma risponde: «Mi pare ci siano cose più importanti di cui parlare. È già una risposta no?». Una frase pronunciat­a davvero poco prima di essere portato proprio allo spazio Regione Veneto, all’Excelsior, per una foto di rito davanti al logo della regione e con l’assessore alla Cultura Cristiano Corazzari. Imbarazzi? Nessuno. Anzi, c’è tempo per fare un brindisi col Prosecco e farsi una risata sull’allarme-denti del Guardian.

Franceschi­ni/1 Gli italiani dovrebbero imparare dai francesi ed essere orgogliosi della Mostra come loro lo sono di Cannes. Venezia è veramente un’eccellenza Franceschi­ni/2 I flussi a Venezia sono una sfida difficile ma è molto meglio discutere di come governare il turismo che non discutere di crisi e calo

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La modella Bianca Balti, arrivata al Lido con la famiglia
Il presidente...
(fotoserviz­io Pattaro/Vision) Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla proiezione di «Downsizing» Matt Damon con la moglie Luciana Barroso Il ministro Dario Franceschi­ni con Michela Di Biase La modella Bianca Balti, arrivata al Lido con la famiglia Il presidente...
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