Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
L’ultima degli inglesi: il Prosecco fa male ai denti Produttori in rivolta
VENEZIA «Save your teeth – and six other reasons to give up prosecco». Che tradotto suona più o meno così: «Proteggi i tuoi denti - e molla il Prosecco». A metterlo nero su bianco il The Guardian: un punto di riferimento del panorama mondiale dell’informazione. Apriti cielo. Dal ministro alle politiche agricole, passando per il governatore del Veneto e per la schiera dei produttori è una gara a mettere sulla notizia il bollino di fake-news (bufala). I più arditi si spingono addirittura ad ipotizzare che dietro questa operazione ci sia: «la lobby della birra».
Le trenta righe del quotidiano britannico, basate su una dichiarazione attribuita al dentista privato Mervyn Druian, ipotizzano scenari catastrofici per i sorrisi di chi beve il nettare delle colline del Nordest. Ad essere messe in guardia soprattutto le donne, nel mirino c’è il mix di anidride carbonica, zucchero e alcol. Quanto basta, secondo l’articolo per distruggere i denti, scalfendo lo smalto, provocando carie e il sollevamento delle gengive. Insomma, ridi prima di bere perché poi coi denti che ti ritroverai potrebbe passarti la voglia.
In contemporanea all’uscita dell’articolo sul Guardian a rilanciare è il Mail Online con un pezzo dal titolo: «La nostra ossessione per il Prosecco sta marcendo i denti della nazione». Una quindicina di righe in tutto in cui si afferma che lo spumante fa male ai denti e si usa la parola Prosecco come sinonimo di vino e come brand di richiamo per i titoli.
Una battaglia all’ultimo sorriso e all’ultimo sorso. Secondo un’indagine di Wine Intelligence in Gran Bretagna le bollicine italiane sono scelte nei momenti di socialità: dal 46 per cento della popolazione, contro il 29 dello champagne. Una popolarità che tra gli inglesi non ha rivali. «Dicano la verità: il Prosecco fa sorridere anche gli inglesi! Stop fake news grazie» è il via alle danze del ministro Maurizio Martina. «Questo prodotto non ha bisogno di difendersi da simili panzane» e la stoccata del governatore del Veneto, Luca Zaia. Tocca un tasto dolente la sua omologa friulana Debora Serracchiani: «credo che dopo la Brexit in Gran Bretagna ci sia bisogno di aiutare i cittadini a tornare a sorridere».
Dopo il referendum inglese per l’uscita dall’area Euro il Prosecco ha confermato il trend positivo con i record che continua a inanellare dalla nascita dei marchi Doc e Docg nel 2009. Nel 2016 il sorpasso sullo Champagne in termini di importazioni. Secondo Veneto Agricoltura, oggi le bollicine di casa nostra valgono il 32,3 per cento del mercato. Con un prezzo medio annuo in rialzo del 6 per cento che ha spinto il fatturato a più 25,1 per cento.
Numeri che non bastano a far gioire, e a tranquillizzare, chi ha ricevuto il pugno sui denti. Coldiretti parla di «tentativo maldestro per screditare il Prosecco». Sistema Prosecco, che rappresenta i tre Consorzi di tutela, insiste che «le affermazioni della stampa inglese si commentano da sole dal punto di vista tecnico, evidentemente parlare di prosecco, in qualunque modo lo si faccia, serve ai giornali per far vendere più copie o fare più click sui siti». Pure i dentisti difendono le bolle : «Difficile identificare nel Prosecco un prodotto rischioso – ha detto Mario Aimetti, presidente della Sidp, la società italiana di Società Italiana di parodontologia e implantologia - ci sono anche tanti altri prodotti con ph acido e zucchero». Insomma, come sempre in questi casi, non resta che berci su. Alla salute.