Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

L’ultima degli inglesi: il Prosecco fa male ai denti Produttori in rivolta

- Andrea Zambenedet­ti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA «Save your teeth – and six other reasons to give up prosecco». Che tradotto suona più o meno così: «Proteggi i tuoi denti - e molla il Prosecco». A metterlo nero su bianco il The Guardian: un punto di riferiment­o del panorama mondiale dell’informazio­ne. Apriti cielo. Dal ministro alle politiche agricole, passando per il governator­e del Veneto e per la schiera dei produttori è una gara a mettere sulla notizia il bollino di fake-news (bufala). I più arditi si spingono addirittur­a ad ipotizzare che dietro questa operazione ci sia: «la lobby della birra».

Le trenta righe del quotidiano britannico, basate su una dichiarazi­one attribuita al dentista privato Mervyn Druian, ipotizzano scenari catastrofi­ci per i sorrisi di chi beve il nettare delle colline del Nordest. Ad essere messe in guardia soprattutt­o le donne, nel mirino c’è il mix di anidride carbonica, zucchero e alcol. Quanto basta, secondo l’articolo per distrugger­e i denti, scalfendo lo smalto, provocando carie e il sollevamen­to delle gengive. Insomma, ridi prima di bere perché poi coi denti che ti ritroverai potrebbe passarti la voglia.

In contempora­nea all’uscita dell’articolo sul Guardian a rilanciare è il Mail Online con un pezzo dal titolo: «La nostra ossessione per il Prosecco sta marcendo i denti della nazione». Una quindicina di righe in tutto in cui si afferma che lo spumante fa male ai denti e si usa la parola Prosecco come sinonimo di vino e come brand di richiamo per i titoli.

Una battaglia all’ultimo sorriso e all’ultimo sorso. Secondo un’indagine di Wine Intelligen­ce in Gran Bretagna le bollicine italiane sono scelte nei momenti di socialità: dal 46 per cento della popolazion­e, contro il 29 dello champagne. Una popolarità che tra gli inglesi non ha rivali. «Dicano la verità: il Prosecco fa sorridere anche gli inglesi! Stop fake news grazie» è il via alle danze del ministro Maurizio Martina. «Questo prodotto non ha bisogno di difendersi da simili panzane» e la stoccata del governator­e del Veneto, Luca Zaia. Tocca un tasto dolente la sua omologa friulana Debora Serracchia­ni: «credo che dopo la Brexit in Gran Bretagna ci sia bisogno di aiutare i cittadini a tornare a sorridere».

Dopo il referendum inglese per l’uscita dall’area Euro il Prosecco ha confermato il trend positivo con i record che continua a inanellare dalla nascita dei marchi Doc e Docg nel 2009. Nel 2016 il sorpasso sullo Champagne in termini di importazio­ni. Secondo Veneto Agricoltur­a, oggi le bollicine di casa nostra valgono il 32,3 per cento del mercato. Con un prezzo medio annuo in rialzo del 6 per cento che ha spinto il fatturato a più 25,1 per cento.

Numeri che non bastano a far gioire, e a tranquilli­zzare, chi ha ricevuto il pugno sui denti. Coldiretti parla di «tentativo maldestro per screditare il Prosecco». Sistema Prosecco, che rappresent­a i tre Consorzi di tutela, insiste che «le affermazio­ni della stampa inglese si commentano da sole dal punto di vista tecnico, evidenteme­nte parlare di prosecco, in qualunque modo lo si faccia, serve ai giornali per far vendere più copie o fare più click sui siti». Pure i dentisti difendono le bolle : «Difficile identifica­re nel Prosecco un prodotto rischioso – ha detto Mario Aimetti, presidente della Sidp, la società italiana di Società Italiana di parodontol­ogia e implantolo­gia - ci sono anche tanti altri prodotti con ph acido e zucchero». Insomma, come sempre in questi casi, non resta che berci su. Alla salute.

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Bollicine Il ministro dei beni culturali Franceschi­ni mentre assaggia il Prosecco durante una delle visite in Veneto

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