Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Travolto da un ubriaco, l’ira del figlio «Distrutti da un attimo di stupidità»
Eraclea, il giovane investitore era fuggito. La vittima è un noto fotografo sloveno
ERACLEA (VENEZIA) «Un momento di stupidità, di arroganza e di incoscienza ha distrutto due famiglie. È molto triste». Lo dicono i familiari di Egon Kase, noto fotografo sloveno di 75 anni, travolto mentre era in bici a Eraclea dal diciottenne Alberto Cian. Il giovane, che dopo l’incidente è scappato ed è stato consegnato ai carabinieri dai genitori, è risultato positivo sia all’alcol che ai cannabinoidi. Ora è in carcere a Venezia con l’accusa di omicidio stradale, omissione di soccorso e guida in stato di alterazione psicofisica. Il pm Elisabetta Spigarelli ha chiesto la convalida del fermo e tra oggi e domani è in programma l’interrogatorio di garanzia.
La vita che Alberto ha strappato è quella di un uomo conosciuto in tutto il mondo per la sua professione. Egon Kase, di Ljubljana, era infatti un fotografo specializzato in scatti sportivi e non solo. «Uno dei migliori fotografi di scena», così era stato definito in un libro di Bojana Križaja, Toneta Vogrinca e Jožeta Dekleve, per gli scatti sullo sci.
Il settantacinquenne è stato il primo in Slovenia ad utilizzare le lenti più potenti e amava fotografare i più famosi pittori sloveni, faceva un ritratto ai ritrattisti. Ma la sua vera passione era lo sport. In particolare, il ciclismo. Instancabile, ha viaggiato Egon Kase, 75 anni, sloveno, era conosciuto per i suoi scatti sportivi in tutta Europa sulla due ruote. «Ha lavorato duramente per tanti anni e, da quando si era ritirato, si godeva la vita insieme ai suoi nipoti – raccontano il figlio Luka e la sua fidanzata -. Quando giocava con loro sembrava anche lui un bambino».
Egon Kase, che lascia anche la moglie Danica e la figlia Spela, che vive in Danimarca, ogni giorno all’alba si metteva in sella alla sua due ruote e partiva. «Tutte le estati, poi, in bici andava in Danimarca e in Olanda – continuano -. Da solo, in compagnia di se stesso. E non dormiva in albergo, ma in qualunque luogo fosse possibile, in mezzo alla natura». Di recente il fotografo aveva anche aperto un blog in cui raccontava le sue «pazze avventure». In questo periodo Egon si stava godendo le vacanze a Duna Verde, località di Caorle, nel campeggio «San Francesco». Martedì, mentre percorreva la strada provinciale che collega Eraclea Mare al paese, la Opel Corsa di Cian lo ha centrato. La stessa Opel Corsa che dopo l’impatto è sparita in lontananza.
A trovare il corpo, solo più tardi, è stata una passante che ha chiamato il 118 e i carabinieri. Alberto, nel frattempo, era tornato a casa e aveva rivelato ai genitori di aver forato. Ma loro, controllando la macchina, avevano notato i danni alla carrozzeria e una ruota squarciata e non gli hanno creduto. Così hanno deciso di percorrere la strada a ritroso e si sono imbattuti nell’incidente, a poche centinaia di metri di distanza. Qui hanno visto che i pezzi di carrozzeria corrispondevano e hanno informato i carabinieri di Eraclea che hanno raggiunto Alberto a casa. Insieme a lui c’erano il papà e le due sorelle più grandi. La mamma ha tra-