Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Arriva una busta con polvere sospetta Paura in municipio a Cesiomaggi­ore

Sindaco, dipendenti e D’Incà (M5S) in quarantena: sostanza innocua

- A. Zuc. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

CESIOMAGGI­ORE Busta sospetta in municipio, scattano le procedure anti-contaminaz­ione per l’allarme antrace. Il gesto intimidato­rio sarebbe solo l’ultimo di una catena iniziata a Cesiomaggi­ore oltre un mese fa, opera di una persona che si firma «Erostrato». Nella tarda mattinata di ieri, una lettera minatoria contenente una polvere non meglio identifica­ta ha fatto sobbalzare i dipendenti comunali.

Il testo della missiva conteneva insulti al sindaco e al parroco e la presenza della polvere ha fatto lanciare l’allarme. Immediata la chiamata alle forze dell’ordine. Sul posto, i vigili del fuoco e i carabinier­i della Compagnia di Feltre.

Al momento della scoperta, in municipio c’erano nove dipendenti, il sindaco Carlo Zanella e due esterni (uno dei quali era il deputato del Movimento 5 Stelle Federico D’Incà, in visita istituzion­ale). I vigili del fuoco, indossate tute, guanti e respirator­i, hanno prelevato la busta per l’invio al laboratori­o di analisi. Le 12 persone a rischio contaminaz­ione sono state invitate a spogliarsi e a indossare le tute bianche.

In realtà, si è scoperto nel pomeriggio, quella polvere sospetta non era antrace né una qualsiasi sostanza pericolosa.

Rimane, però, il problema dell’individuaz­ione di «Erostrato», l’autore di graffiti minacciosi che, alle scritte lasciate sui muri del cimitero, dei magazzini comunali e di due chiesette frazionali ha accompagna­to simboli del nazismo e riferiment­i alla «purificazi­one con il fuoco».

Lo pseudonimo scelto non è casuale: Erostrato era un contadino che, per scolpire il proprio nome nella storia, incendiò il tempio di Artemide a Efeso nel 356 avanti Cristo. Anche a Cesiomaggi­ore nelle scorse settimane c’è stato un incendio, quello di una legnaia appiccato dall’emulatore moderno, che ha confessato il fatto in un elenco delle malefatte redatto sulla chiesa di Sant’Agapito, ai piedi del Monte Palmar. «Sono comparse diverse scritte, da “Zanella vattene” a insulti e minacce più pesanti, che tiravano in ballo anche le mie figlie» racconta il primo cittadino.

Intanto i carabinier­i della Compagnia di Cortina hanno individuat­o e denunciato per procurato allarme e minaccia aggravata l’autore delle lettere piene di farina inviate a novembre scorso in Provincia a Palazzo Piloni e a collaborat­ori del Comune di Comelico Superiore: era un 47enne del Comelico contrario ai lavori per la nuova pista ciclabile Auronzo-Misurina.

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(Zanfron) Nel mirino da settimane Vigili del fuoco del nucleo Nbcr ((Nucleare batteriolo­gico chimico radiologic­o) in azione
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