Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Epidemia di epatite A, la Regione scrive all’Arcigay: «Vaccinazione raccomandata»
L’associazione: «Consiglio accettato e rilanciato, ma non diventi uno stigma»
VENEZIA La lettera è arrivata alle sedi dell’Arcigay di Padova, Vicenza, Verona e Rovigo lo scorso 8 marzo. Due pagine firmate dalla dottoressa Francesca Russo, capo del Dipartimento di Prevenzione della Regione, per «sensibilizzare» l’associazione «su un’ampia epidemia di epatite virale A che sta coinvolgendo l’Europa e che stiamo rilevando anche nella nostra regione». E per consigliare agli uomini che hanno rapporti con persone dello stesso sesso di proteggersi ricorrendo al vaccino, già messo a loro disposizione dalle Usl a titolo gratuito, in quanto soggetti a rischio. L’azienda sanitaria di Padova per esempio, che da gennaio ha già rilevato cento contagi contro i 16 del 2106, sta immunizzando decine di giovani.
«La maggior parte dei casi di epatite A — si legge nella missiva della Regione — negli ultimi mesi ha interessato persone di sesso maschile con storia di rapporti omosessuali. Molti sono riconducibili a soggiorni in Spagna e a Berlino, oppure all’EuroPride di luglio-agosto 2016 ad Amsterdam. Tra i casi registrati in Veneto alcuni presentano lo stesso virus riscontrato nel focolaio dell’EuroPride, a testimonianza di quanto il contagio possa percorrere grandi distanze». Un allarme lanciato anche dall’Istituto superiore di Sanità, che tra l’agosto 2016 e il febbraio 2017 segnala 583 casi, un numero quasi 5 volte maggiore di quello riscontrato nello stesso periodo dell’anno precedente. L’età media dei pazienti è di 34 anni, l’85% sono uomini e il 61% «dichiara preferenze omosessuali». Contenuti rilanciati dai siti delle associazioni omosessuali, che riportano interviste a virologi dell’Iss.
L’infezione, ricorda la dottoressa Russo nella lettera all’Arcigay, si trasmette per via oro-fecale, sia attraverso l’ingestione di cibi contaminati (per esempio frutti di mare crudi), sia mediante contatto diretto da persona a persona. Da qui l’esortazione a prevenire il contagio: «E’ importante conoscere che è disponibile un vaccino contro l’epatite A, efficace e sicuro, ottenibile presdi so i Servizi di vaccinazione delle Usl e i Servizi d’Igiene. Considerata la rilevanza dei sintomi e la possibile insorgenza di forme gravi, anche mortali, si consiglia la vaccinazione a tutti coloro che possono essere esposti al rischio contrarre l’infezione. Inoltre si raccomanda di porre grande attenzione alle misure di igiene personale, per proteggere se stessi e gli altri».
Consigli accolti dall’Arcigay. Dice il presidente di Padova e portavoce regionale Mattia Galdiolo: «Prima di tutto per noi è importante che le autorità sanitarie e politiche riconoscano nella nostra associazione un punto di riferimento della società. Quanto al merito della comunicazione, apprezziamo la sollecitudine della Regione nel segnalare un pericolo ma anche gli strumenti a disposizione per evitarlo. Da tempo consigliamo la vaccinazione, tanto più adesso, con l’epidemia in corso. Considerare certi comportamenti a rischio non è di per sè un problema, l’importante è che non diventi uno stigma, una recrudescenza dell’omofobia, com’è successo in passato con l’Aids. Per evitarlo — dice Galdiolo — bisogna stare attenti al modo di comunicare: intanto non si deve parlare di gay ma di maschi che fanno sesso con altri maschi, il che può capitare anche a chi non si considera omosessuale. E poi va sottolineato che si parla di comportamenti e non di identità sessuale».