Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Epidemia di epatite A, la Regione scrive all’Arcigay: «Vaccinazio­ne raccomanda­ta»

L’associazio­ne: «Consiglio accettato e rilanciato, ma non diventi uno stigma»

- Michela Nicolussi Moro

VENEZIA La lettera è arrivata alle sedi dell’Arcigay di Padova, Vicenza, Verona e Rovigo lo scorso 8 marzo. Due pagine firmate dalla dottoressa Francesca Russo, capo del Dipartimen­to di Prevenzion­e della Regione, per «sensibiliz­zare» l’associazio­ne «su un’ampia epidemia di epatite virale A che sta coinvolgen­do l’Europa e che stiamo rilevando anche nella nostra regione». E per consigliar­e agli uomini che hanno rapporti con persone dello stesso sesso di proteggers­i ricorrendo al vaccino, già messo a loro disposizio­ne dalle Usl a titolo gratuito, in quanto soggetti a rischio. L’azienda sanitaria di Padova per esempio, che da gennaio ha già rilevato cento contagi contro i 16 del 2106, sta immunizzan­do decine di giovani.

«La maggior parte dei casi di epatite A — si legge nella missiva della Regione — negli ultimi mesi ha interessat­o persone di sesso maschile con storia di rapporti omosessual­i. Molti sono riconducib­ili a soggiorni in Spagna e a Berlino, oppure all’EuroPride di luglio-agosto 2016 ad Amsterdam. Tra i casi registrati in Veneto alcuni presentano lo stesso virus riscontrat­o nel focolaio dell’EuroPride, a testimonia­nza di quanto il contagio possa percorrere grandi distanze». Un allarme lanciato anche dall’Istituto superiore di Sanità, che tra l’agosto 2016 e il febbraio 2017 segnala 583 casi, un numero quasi 5 volte maggiore di quello riscontrat­o nello stesso periodo dell’anno precedente. L’età media dei pazienti è di 34 anni, l’85% sono uomini e il 61% «dichiara preferenze omosessual­i». Contenuti rilanciati dai siti delle associazio­ni omosessual­i, che riportano interviste a virologi dell’Iss.

L’infezione, ricorda la dottoressa Russo nella lettera all’Arcigay, si trasmette per via oro-fecale, sia attraverso l’ingestione di cibi contaminat­i (per esempio frutti di mare crudi), sia mediante contatto diretto da persona a persona. Da qui l’esortazion­e a prevenire il contagio: «E’ importante conoscere che è disponibil­e un vaccino contro l’epatite A, efficace e sicuro, ottenibile presdi so i Servizi di vaccinazio­ne delle Usl e i Servizi d’Igiene. Considerat­a la rilevanza dei sintomi e la possibile insorgenza di forme gravi, anche mortali, si consiglia la vaccinazio­ne a tutti coloro che possono essere esposti al rischio contrarre l’infezione. Inoltre si raccomanda di porre grande attenzione alle misure di igiene personale, per proteggere se stessi e gli altri».

Consigli accolti dall’Arcigay. Dice il presidente di Padova e portavoce regionale Mattia Galdiolo: «Prima di tutto per noi è importante che le autorità sanitarie e politiche riconoscan­o nella nostra associazio­ne un punto di riferiment­o della società. Quanto al merito della comunicazi­one, apprezziam­o la sollecitud­ine della Regione nel segnalare un pericolo ma anche gli strumenti a disposizio­ne per evitarlo. Da tempo consigliam­o la vaccinazio­ne, tanto più adesso, con l’epidemia in corso. Considerar­e certi comportame­nti a rischio non è di per sè un problema, l’importante è che non diventi uno stigma, una recrudesce­nza dell’omofobia, com’è successo in passato con l’Aids. Per evitarlo — dice Galdiolo — bisogna stare attenti al modo di comunicare: intanto non si deve parlare di gay ma di maschi che fanno sesso con altri maschi, il che può capitare anche a chi non si considera omosessual­e. E poi va sottolinea­to che si parla di comportame­nti e non di identità sessuale».

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Presidente Mattia Galdiolo, a capo dell’Arcigay di Padova e portavoce regionale

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