Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Pedemontana, crolli nel cantiere: sequestrato
Ennesimo crollo nei cantieri vicentini della Pedemontana: la procura di Vicenza apre un’altra inchiesta ipotizzando il crollo colposo, e fa scattare un nuovo sequestro, a Castelgomberto, nell’area in cui l’11 settembre è franato il fronte di escavazione all’imbocco della galleria Castelgomberto-Malo. Nessun operaio è rimasto ferito. Un morto, in un altro cantiere, ci fu nell’aprile 2016.
CASTELGOMBERTO (VICENZA) Ennesimo crollo nei cantieri vicentini della Pedemontana: la procura di Vicenza apre un’altra inchiesta (per ora a carico di ignoti) ipotizzando il crollo colposo, e fa scattare un nuovo sequestro, a Castelgomberto, nell’area in cui l’11 settembre è franato il fronte di escavazione all’imbocco della galleria Castelgomberto-Malo. Crollo che ha portato con sé anche una quarantina di metri dell’alveo e dell’argine del torrente Poscola.
Un’area che da giovedì sera si trova sotto sigilli, invalicabile anche per gli addetti ai lavori che fortunatamente non sono rimasti coinvolti nell’ «incidente». Un morto ci è già scappato nell’aprile 2016, quando una scarica di massi della volta della galleria in costruzione a San Tomio di Malo è piombata su un escavatorista messinese, uccidendolo. Da allora i lavori sono fermi: il cantiere in questione è già stato sequestrato due volte, su delega del pm Silvia Golin che ha indagato dieci persone e due aziende. E’ tutto congelato, non solo per l’incidente mortale ma perché il consulente dalle procura ha sollevato perplessità sulla sicurezza del cantiere, in particolare sui bulloni usati per il sostegno provvisorio della calotta della galleria. Bulloni sui quali i legali della società Svp spa (concessionario dell’opera) hanno chiesto una nuova perizia. E ora è tutto fermo anche dove avrebbe dovuto portare la galleria – la più lunga della Pedemontana – e cioè a Castelgomberto.
I carabinieri forestali, su delega dello stesso pm Golin, hanno infatti sequestrato la zona in cui circa due settimane fa si è verificato il cedimento di 5 mila metri cubi di terreno, che aveva portato a creare una «voragine» profonda trenta metri (un cratere ripristinato, dopo una notte di lavori, sotto la supervisione di tecnici regionali che avevano parlato di «inconveniente compatibile con morfologia del territorio e condizioni meteo»). L’obiettivo della procura – che per ora non ha iscritto nomi sul registro degli indagati - è verificare le cause del crollo, di individuare eventuali responsabili e verificare la sicurezza dell’area. E per rispondere a queste domande saranno necessarie delle consulenze specifiche: «Bene l’indagine della procura – commenta il sindaco di Castelgomberto, Lorenzo Dal Toso - : spero che si scoprano le responsabilità e che poi i lavori riprendano in sicurezza».