Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Seimila cattedre scoperte, decine di classi costrette a orari ridotti e provvisori
A 10 giorni dall’inizio, i problemi restano molti LE NOMINE IL REBUS GRADUATORIE
VENEZIA Ancora una settimana di orari provvisori e parziali, di classi lasciate senza professori, di gravi mancanze sul fronte gestionale e amministrativo: le scuole del Veneto anche quest’anno hanno iniziato le lezioni rallentate dalla zavorra di gravi buchi negli organici, sia che si guardi al fronte degli insegnanti, sia che ci si riferisca al personale ausiliario e di segreteria.
A dieci giorni di distanza dalla prima campanella la situazione non è ancora cambiata, e si stima che siano almeno seimila i posti per docenti in attesa di assegnazione, tra tutti i diversi gradi di istruzione; in pratica, per i 605 istituti veneti, si registra una media di dieci mancanze per scuola, una proporzione che però non rispecchia la realtà dei fatti: la distribuzione delle assenze non può essere equa, e così in alcuni casi si hanno classi quasi completamente prive di insegnanti, costrette a due sole ore di lezioni al giorno. «Quest’anno ci troviamo in una condizione molto migliore rispetto al settembre 2016 – ribadisce però Daniela Beltrame, direttrice generale dell’ufficio scolastico regionale – Grazie alle tante nomine di ruolo portate avanti questa estate possiamo garantire maggiore sicurezza e stabilità, come non avveniva da anni. È anche stato eliminato il rischio che si ripeta il problema dell’anno scorso, quando molti professori sono stati richiamati fuori Regione e hanno quindi lasciato all’improvviso vacanti le loro cattedre. Certo, il ritardo nelle graduatorie definitive per i supplenti ha creato qualche problema, ma se le dirigenze scolastiche avessero provveduto a coprire i buchi sfruttando gli elenchi fino agli aventi diritto, come suggerivamo già a inizio agosto, si sarebbero potuti evitare molti disservizi».
Il problema è che in pochi tra gli insegnanti rispondono volentieri a simili chiamate, preferendo aspettare un posto dai termini più definiti: meglio una supplenza di due mesi, ma assicurati. Giovedì, per tracciare un primo bilancio, gli uffici centrali hanno convocato sindacati e categorie, tratteggiando un quadro ancora lontano dalla perfezione: 2.811 i posti con scadenza al 31 agosto ancora da assegnare, a cui si vanno a sommare quasi altrettanti incarichi con durata fino al 30 giugno e un numero imprecisato di spezzoni orari supplenze da meno di 18 ore settimanali – e di assenze temporanee negli organici. Ancora più grave la proporzione dei
Eppure la situazione è migliore rispetto all’anno scorso grazie al grande lavoro che abbiamo fatto in estate
posti non assegnati per gli insegnanti di sostegno, che arrivano a quota tremila e che non hanno visto grandi ingressi neppure per le cattedre di ruolo: in questo caso infatti manca il personale docente specializzato. «Mancano posti importanti: lettere, matematica, lingue – spiega Luigi Zennaro, dell’associazione presidi – Le scuole devono ricorrere alle vecchie graduatorie fino a che non vengono pubblicate quelle definitive, ma in simili condizioni è difficile risolvere il problema».
Gli elenchi aggiornati, da cui i presidi possono convocare direttamente, sono arrivati a Rovigo il 14 settembre, a Padova il 19, a Vicenza solo il 21; quelli di Venezia, pubblicati nei giorni scorsi, ieri sono stati ritirati, un errore del sistema informatico li aveva invalidati. Le restante provincie sono a tutt’oggi ancora scoperte. «Il problema più grave è forse quello dei direttori di servizi generali e amministrativi – insiste Sandra Biolo, segretaria Cisl – Senza di loro una scuola non può firmare neppure un foglio, e l’ultimo bando risale al 2000. Si è cercato di tamponare con reggenze da altri istituti e affidando gli incarichi agli assistenti, ma sette scuole sono ancora scoperte». Per queste è stato siglato giovedì un nuovo accordo sindacale, che permetterà di andare a recuperare personale anche dalle provincie vicine.