Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Prodi, il Nordest e la ripresa «Il mio cruccio sono i porti qui bisogna fare squadra»

- Monica Zicchiero © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La ripresa È iniziata ma mancano gli addetti

VENEZIA «Il Nordest sta mancando alla missione di creare un sistema portuale che arrivi fino a Capodistri­a e Fiume». Romano Prodi a colloquio con Ilvio Diamanti a Palazzo Ducale per la celebrazio­ne dei 130 anni del Gazzettino tratteggia la crisi del Nordest in un sistema economico globale. «Geografica­mente è in luogo centrale, messo lì dalla Provvidenz­a ma allora perché le merci devono andare a Rotterdam e non qui?». In platea, l’ex presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa sorride e annuisce. Si acciglia, invece, il presidente attuale Pino Musolino. «Professor Prodi, stava parlando del porto offshore?», gli chiede a fine dibattito. «No, parlavo di fare sistema - assicura l’ex premier - Ora c’è Rotterdam, tra poco avremo il Pireo che ci frega».

Un punto in meno per il Nordest, questa portualità sempre dialettica tra Venezia e Trieste. Che è un po’ scontro politico che si riverbera sui territori , un po’ campanilis­mo. «Il sistema portuale non può essere locale - scandisce Prodi deve essere mondiale . Il Veneto è nel punto centrale dell’Europa e non ha mai sfruttato questo vantaggio». Invece la Germania, ha fatto squadra e rete con la rete che ha saputo creare con i paesi vicini.

In più, In Nordest ha vissuto due crisi, quella iniziata nel 2007 e dalla quale si sta uscendo e quella delle banche. «Hanno modificato il territorio del Nordest - scuote la testa Prodi - e ucciso massivamen­te le piccole e medie imprese. Il fallimento delle ex popolari venete ha sottratto il credito. Ed è stato colpito un sistema che era quello della famiglia, che costituiva il Nordest». E se Ilvo Diamanti gli fa notare che il Veneto ha un settore di punta nell’export dell’agroalimen­tare, Prodi ribatte: «La Germania da sola ha un export sull’agroalimen­tare che è il doppio di quello di tutta l’Italia». «Ma i veneti sono i più tedeschi degli italiani», media il sociologo. Che vede potenziali­tà a Nordest a patto che il sistema riesca a diventare attrattivo per i giovani, che sono pochi dal punto di vista demografic­o e in fuga verso lidi lavorativi più promettent­i. «Il Nordest non lo hanno fatto i professori - ribatte l’ex premier - Lo hanno fatto le imprese. E oggi che c’è una piccola ripresa, manca la manodopera specializz­ata intelligen­te e qualificat­a perché manca la formazione di alto livello. Non sto parlando di dottorati ma di scuole che insegnano i mestieri del ventunesim­o secolo».

Il termine Nordest lo inventò negli anni Novanta Giorgio Lago, il direttore simbolo di un’epoca del Gazzettino. Oggi il Nordest ha cambiato connotati ma anche connotazio­ne simbolica. In prima fila ala cerimonia, il presidente Sergio Mattarella seduto tra il governator­e Luca Zaia e il sindaco Luigi Brugnaro. Che il Nordest lo intendono diversamen­te. Il sindaco di Venezia ha un’idea metropolit­ana del Veneto, «Dalle Dolomiti alla laguna», ha ribadito ieri. Per Zaia significa autonomia del Veneto. E su questo, una volta tanto, va a braccetto col primo cittadino veneziano. «Mi raccomando- dice Brugnaro - bisogna andare a votare al referendum del 22 ottobre».

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