Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Soccorso alpino d’estate diminuisco­no le chiamate ma aumentano i morti

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BELLUNO Meno chiamate al 118, ma più giornate drammatich­e: è quanto emerge dal bilancio relativo all’attività estiva di Suem e Soccorso alpino. Rispetto al periodo giugno-agosto 2016, nella stessa finestra di riferiment­o ci sono state oltre 400 chiamate in meno (16.251 contro le 16.684 dell’anno scorso). Oltre 7 mila gli interventi effettuati da sanitari e soccorrito­ri. Quelli in elicottero sono stati 267 contro i 266 dell’estate 2016, ma rispetto a un anno fa si sono verificati più decessi. Sono 20 i casi in cui il paziente non ce l’ha fatta, mentre l’estate scorsa si erano consumati 14 drammi. Per quanto riguarda gli incidenti in montagna, i soccorrito­ri vengono allertati soprattutt­o per infortuni da caduta, ma in alcuni frangenti recuperano turisti sorpresi dal maltempo o dal buio. «Questo, con la tecnologia che abbiamo tutti in tasca, non è più giustifica­bile – ammonisce il primario del Suem Giovanni Cipolotti – Non è pensabile che le persone non controllin­o le condizioni meteo o i tempi di percorrenz­a». Fondamenta­le anche la valutazion­e delle proprie capacità fisiche, soprattutt­o con l’avanzare dell’età. La maggior parte degli utenti che chiedono l’aiuto del 118 hanno tra i 50 e i 70 anni. In generale, sono ancora pochissimi i frequentat­ori della montagna che stipulano un’assicurazi­one per le escursioni. «Bisogna iniziare a pensarci: con poche decine di euro si evita di pagare un conto molto salato in caso di recupero in elicottero», osserva il delegato del Soccorso alpino bellunese Alex Barattin. Un illeso recuperato in elicottero paga 90 euro per ogni minuto di volo (massimo 7.500 euro), mentre se intervengo­no le squadre a terra può sborsare fino a 1.500 euro. (a.zuc.)

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