Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Prof furbetti, il ministro: stretta sui controlli
Dopo il supplente-avvocato che, preso l’incarico, è tornato al Sud. «Tavolo con Regione e Inps per evitare abusi»
BASSANO DEL GRAPPA (VICENZA) Quando Gianni Zen, dirigente scolastico del liceo classico Brocchi, ha scritto la Lettera al prof-avvocato e ha denunciato il caso del docente assenteista mai avrebbe pensato che il Ministero avrebbe subito aperto un’inchiesta. Invece, a 24 ore dal fatto, la ministra Valeria Fedeli ha deciso di approfondire la vicenda. A breve convocherà un tavolo per definire i controlli sulla legge 104.
BASSANO DEL GRAPPA (VICENZA) Quando ha scritto, in un mix di disappunto e indignazione, la sua Lettera al professore-avvocato, il dirigente scolastico del liceo classico Brocchi, Gianni Zen, sperava di smuovere la coscienza del docente e, al contempo, di denunciare un comportamento scorretto da parte chi, chiamato per una supplenza annuale, prima ha accettato l’incarico e poi ha trovato il modo per non mantenere l’impegno preso. Ma Zen non pensava che la sua denuncia arrivasse a Roma in nemmeno 24 ore e che, subito, la ministra Valeria Fedeli aprisse un’inchiesta sull’insegnante assenteista e annunciasse la convocazione di un tavolo per definire come controllare i permessi familiari accordati dalla legge.
«Oggi (ieri, ndr) sono stato contattato dal Ministero – spiega Zen -. Volevano verificare la veridicità di quanto scritto dal Corriere del Veneto, ho confermato tutta la vicenda». Sempre sabato mattina, attraverso la dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Daniela Beltrame, lo staff della ministra all’Istruzione Valeria Fedeli ha chiesto copia della lettera di Zen e sono immediatamente partiti accertamenti sulla posizione di questo insegnante precario, che lo scorso 1 settembre ha firmato l’accettazione della supplenza al classico Brocchi (con 2.170 studenti e 170 insegnanti è il liceo più grande del Veneto) e, il giorno successivo, ha formalmente presentato domanda di aspettativa per, generici, motivi familiari
Donazzan Il docente ha agito in modo ignobile, le norme da rivedere
come consentito dalla legge 104. Al diniego del dirigente scolastico, è arrivato, di lì a poco, il certificato medico di malattia.
Nell’attesa degli esiti dell’inchiesta ministeriale, il caso del prof-avvocato sta scatenando l’indignazione dei più. Ma non solo, la vicenda sta riaprendo il dibattito sulle modalità di ingaggio dei docenti. «Innanzitutto, voglio ringraziare Gianni Zen, dirigente scolastico coraggioso e onesto – commenta l’assessore regionale all’Educazione Elena Donazzan -, di contro, ritengo che questo professore abbia un comportamento ignobile e inaccettabile, chissà perché certe situazioni non accadono mai con professori di lettere ma sempre con commercialisti e avvocati che anche insegnano?». Donazzan vorrebbe sapere chi è il medico «che si è prestato» a firmare la malattia e invoca, come Zen e molti suoi colleghi, di cambiare le norme. «Serve una riforma, per questo chiedo l’autonomia regionale sulla gestione delle graduatorie – conclude -. Fosse successo in un nostro istituto professionale, che è pur sempre scuola dell’obbligo, sarebbe stato licenziato».
«La vicenda dimostra che l’attuale sistema di reclutamento dei docenti va superato e con urgenza – tuona Valter Rosato, dirigente scolastico allo scientifico Galilei di San Donà di Piave (Venezia) –, non capisco perché la chiamata diretta dei professori in paesi come Francia, Gran Bretagna e Olanda è segno di democrazia mentre da noi è improponibile e condannata. Il docente in questione agisce nelle pieghe di una legge che rappresenta un insulto verso i tanti che lavorano nelle scuole con serietà e passione e, non dimentichiamolo, con una paga da fame: finalmente, come dirigenti, iniziamo ad aver il coraggio di denunciare questi scandali che danneggiano tutto il corpo docente e la formazione di alunni e studenti».
Il tema dei prof assenteisti e della riforma nelle modalità di chiamata degli insegnanti, richiesta a viva voce da presidi e Regione, divide il mondo sindacale, tra chi condanna chi se ne approfitta della legge e chi, come la Cgil, prima di prendere posizione, vuole approfondire il caso. Cisl ritiene che sia necessario intervenire contro i «furbetti» con regole più stringenti. Gilda è altrettanto severo contro chi abusa di diritti pensati per tutelare problemi personali reali e accertati. «È chiaro che questa persona non ha bisogno di lavorare – sbotta Fabio Barina, Gilda -, quando uno prende un incarico salvo poi lasciarlo, scredita tutta la categoria: va imposta una scelta tra docenza e professioni».
Per Barina la procedura di chiamata degli insegnanti è «farraginosa»: «Noi ci siamo battuti per le graduatorie regionali», conclude. Tiepida, invece, Cgil. «Deve prendere visione del caso – dice Marta Biotto, segretaria regionale -, non voglio entrare in questa diatriba senza conoscere la situazione, le chiamate impongono che una persona in 24 ore si organizzi per il nuovo lavoro e, se vive lontano, traslochi: non è semplice».
Zen Mi ha chiamato il Ministero per sentire da me cosa è accaduto