Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Bandiera veneta obbligator­ia Il governo impugna la legge

Secondo l’esecutivo viola «i principi di ragionevol­ezza». Zaia: «Ci trattano da colonia»

- Monica Zicchiero © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Il governo ha impugnato la legge sulla bandiera «in quanto contrasta con la legislazio­ne statale». Dura la replica di Luca Zaia: «Trattati come una colonia».

VENEZIA A fine agosto gli avvocati di palazzo Ferro Fini avevano avvertito i consiglier­i Regionali: approvare una legge che impone anche alle prefetture e agli uffici statali di far sventolare il gonfalone del Veneto assieme al tricolore alla bandiera europea e multare pure da 100 a 1.000 euro i renitenti al vessillo, esponeva al rischio. Perché la Regione non può avere competenza su uffici dello Stato. Ma il governator­e Luca Zaia ci teneva particolar­mente, anzi era stato lui a suggerire l’emendament­o sulle multe alle prefetture. Così il presidente dell’assemblea Roberto Ciambetti aveva tirato una riga sul parere dell’ufficio legale. E ieri, puntuale come una cartella esattorial­e, è arrivato il ricorso del governo davanti alla Corte Costituzio­nale.

Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge sulla bandiera «in quanto alcune norme riguardant­i l’esposizion­e della bandiera veneta contrastan­o con la legislazio­ne statale relativa all’uso dei simboli ufficiali. Ne consegue - spiega la nota del governo - l’invasione nella competenza legislativ­a riservata allo Stato in materia di ordinament­o e organizzaz­ione amministra­tiva dello Stato e degli enti pubblici nazionali, stabilita dall’articolo 117, secondo comma, lett. g) della Costituzio­ne, nonché la violazione dei principi costituzio­nali di ragionevol­ezza, uguaglianz­a e di unità di cui agli articoli 3 e 5 della Costituzio­ne».

La reazione stizzita di Zaia segnala però che il ricorso del governo non è arrivato come un fulmine a ciel sereno. «Questa impugnativ­a si commenta da sé - dice il presidente della Regione - Il Governo che, con tutti problemi nazionali e internazio­nali che è chiamato ad affrontare, non trova niente di meglio da fare che impedire a una Regione di esporre la propria bandiera, persino quella del Veneto che ha oltre mille anni di storia». Bandiere su scuole, uffici ed enti pubblici, prefetture, tribunali, provvedito­rati, sedi di Comuni e Province, seggi elettorali e bandiera o logo su qualunque cosa sia stata creata o restaurata con fondi regionali: il colpo d’occhio di un Veneto che dappertutt­o issa il suo vessillo alla vigilia del referendum dell’autonomia sarebbe stato il migliore degli spot per il «Sì». Arruolando alla causa anche gli uffici dello Stato. «Non è certo da sovversivi volere la sua esposizion­e in tutti gli uffici pubblici, anche in quelli dello Stato, presenti nel nostro territorio dice Zaia - Invece veniamo trattati come l’ultima colonia dell’impero». «È la solita zaiata, una di quelle cose che Zaia fa proprio perché sa di non poterle fare. Una provocazio­ne politica in vista del referendum - commentò il sottosegre­tario alla Presidenza del Consiglio Gianclaudi­o Bressa all’indomani dell’approvazio­ne in consiglio col voto contrario del Pd - Non sono io a dire che la norma sarà impugnata, è la norma che è stata concepita per essere impugnata».

l rituale di ricorsi alla Consulta di veneto e governo continua come da copione. E infatti il governator­e annuncia: «Una cosa è certa: noi non ci arrendiamo. Andremo al contenzios­o, non certamente voluto da noi, e difenderem­o fino in fondo la nostra legge».

In soccorso della Regione è arrivato Domenico Menorello, deputato padovano di Energie per l’Italia - Civici e Innovatori, che ha presentato una interrogaz­ione urgente. «La Repubblica viene rafforzata, non indebolita dalla valorizzaz­ione delle identità e della storia dei nostri territori e delle nostre Regioni - dice - Evidenteme­nte nel Governo alberga ancora troppo una mentalità veterocent­ralista. E poi lo Statuto del veneto all’articolo 2 , caso unico in Italia, si riconosce espressame­nte “il diritto all’autogovern­o del popolo veneto”. Sventolare la bandiera di San Marco é dunque un diritto vero e proprio dei veneti. Il governo ritiri immediatam­ente l’inopportun­o ed ingiusto ricorso».

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Il regalo Il presidente Luca Zaia dona all’ex premier Matteo Renzi il gonfalone

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