Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Folla, selfie e applausi scrocianti: celebrata la favola di Wyatt e Julie Rockefeller: «Asolo, we love you»
ASOLO Quando la sposa è scesa da quel maggiolone decapottabile bianco del 1970 l’applauso è salito al cielo. Sulle balaustre che circondano il Duomo di Asolo erano assiepate centinaia di persone: famiglie, anziani, ciclisti di passaggio. Tutte le donne volevano essere lei, tutti gli uomini volevano essere suo marito, non fosse altro per i miliardi che potrà gestire del patrimonio famigliare.
La cerimonia più attesa dell’anno, in città, è iniziata ieri poco prima delle 17, con più di un’ora di ritardo. All’altare, decorato con fiori bianchi come i banchi, si sono «rinnovati la promessa» Wyatt Rockefeller, rampollo della famiglia di banchieri statunitensi passata alla storia per le sue ricchezze e oggi assistente del vice ministro dell’Ambiente degli Stati Uniti, e Julie Fabrizio, 32 anni, nata in Inghilterra dove ha studiato alla Oxford University, che ha sfoggiato per il weekend dei capelli nero pece che hanno stupito chi l’aveva vista, bionda, l’anno scorso. Larry, padre di Wyatt e cofondatore e vice presidente della NYLCV, organizzazione no profit di New York impegnata per l’ambiente, ha controllato che tutto filasse per il meglio, peraltro confermando anche ieri che a breve invierà un suo tecnico ad Asolo per valutare con il Comune il restauro di un bene storico. Contento il sindaco, Mauro Migliorini. «Vorrei trasformare la città della Regina Cornaro in una wedding destination per eventi di questo tenore due o tre volte l’anno», dice. Anche perché raramente la Rocca è così sotto i riflettori. Da giovedì centinaia di curiosi fanno la spola tra l’Hotel Cipriani e Al Sole, fermandosi a curiosare dentro al castello o nei bar a caccia del vip illustre. Tanto da scatenare dei cortocircuiti di gossip senza fine. Tant’è: c’erano bellezze mozzafiato da osservare, anziani col papillon nero d’ordinanza da fotografare, coppie di rampolli milionari che sfoggiavano abiti di gran lusso. Wyatt era il degno padrone di casa. Quando è arrivato in chiesa ha stretto mani e salutato. «Adoro Asolo e voglio tornarci per tutta la vita, questa è una delle città più belle al mondo», ha detto in inglese mentre entrava in chiesa. Dopo poco meno di un’ora di cerimonia è uscito sorridente mentre il gruppetto di cinque strumentisti jazz intonava qualche melodia e le signore più ardite improvvisavano un ballo sul sagrato della chiesa. Monsignor Giacomo Lorenzon a quel punto ha chiesto a tutti di congedarsi velocemente, che alle 18 c’era la messa e non si poteva tardare. Il gruppone degli invitati – circa 120, la maggioranza statunitense, qualcuno inglese e una decina di italiani – si è ritirato dentro al Castello per il party esclusivo, fino a notte. La tensostruttura era arredata con tre file di tavole, piatti decorati e fiori al centro. In fondo, un piccolo palco per il concerto e il dj set. Ma oggi la favola finisce, la gran parte degli invitati torna a casa dopo il brunch.