Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Mensa amara all’ospedale «Mesi di paga non versati»

Protesta al San Camillo. E al Ca’ Foncello scoppia il caso Serenissim­a

- Andrea Zambenedet­ti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO Da una parte gli stipendi che non arrivano e ora addirittur­a gli esuberi. Dall’altra i dipendenti a cui non viene riconosciu­to il supplement­o per lo straordina­rio. Sono sul piede di guerra i lavoratori che gestiscono il servizio di ristorazio­ne dell’ospedale San Camillo di Treviso. A metà luglio l’appalto era passato da Convivio Srl a Convivio Servizi Srl tramite l’affitto del ramo d’azienda a causa delle difficoltà economiche. I 10 dipendenti stanno ancora aspettando le paghe di giugno, luglio e la quattordic­esima dalla vecchia società. Nel frattempo la doccia gelata con l’annuncio di almeno 4 esuberi. «L’azienda – spiega Claudio Cavallin della Fisascat – ha deciso di trasferire una parte dei dipendenti in alcune mense scolastich­e, con un contratto che prevede la pausa estiva non retribuita e un periodo di prova per qualcuno anche di 45 giorni, nonostante i lavoratori siano occupati nel settore anche da oltre 20 anni. Se i dipendenti accettasse­ro andrebbero in contro ad una riduzione della retribuzio­ne e alla perdita degli scatti d’anzianità».

E se al San Camillo la situazione non è rosea a quanto pare non se la passa meglio il personale della mensa dell’ospedale Ca’ Foncello, sempre a Treviso. «La situazione per i 150 dipendenti della Serenissim­a – sottolinea Patrizia Manca, segretaria della Fisascat di Treviso – è critica: il lavoro supplement­are non viene pagato con le dovute maggiorazi­oni, gli orari di lavoro non corrispond­ono ai contratti sottoscrit­ti e lo stress da lavoro è a livelli così alti che negli ultimi mesi molti dipendenti si stanno licenziand­o». Uno stress diventato difficile da sopportare per diversi lavoratori. «Le condizioni di lavoro sono diventate pesanti – racconta una dipendente, che chiede di rimanere anonima – per permettere le ferie ai colleghi abbiamo dovuto tirare la cinghia. Speriamo quanto prima la situazione si riavvii alla normalità».

Un malessere diffuso dentro l’azienda, come confermano i sindacati. «È stato sottoscrit­to un accordo con Ugl che invece non è firmataria del contratto collettivo nazionale. Si tratta di un documento peggiorati­vo per i lavoratori che al posto di prevedere il pagamento di supplement­ari–straordina­ri al trenta per cento in più rispetto alla paga base li equipara all’ordinario».

Non basta: nell’ultimo periodo ci sarebbero state anche alcune modifiche delle strutture tecniche. «Una dozzina di colleghi – racconta la dipendente – è costretta a cambiarsi in un ambiente privo di servizi igienici e di areazione e quindi poco rispettoso delle condizioni igienico sanitarie». Per il sindacato ormai la misura è colma. «Chiediamo – spiega Manca - l’intervento da parte di Ospedal Grando e Usl affinché chiedano a Serenissim­a il rispetto del contratto nazionale del lavoro, come previsto dalle parti come sottoscrit­to nel capitolato di affidament­o dell’appalto».

Cavallin L’appalto è passato di mano: peggiorati­vi i nuovi contratti Manca Il lavoro in più non è retribuito, situazione sempre più pesante

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Il secondo polo di Treviso L’ospedale San Camillo, convenzion­ato con l’Usl

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