Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

CHISSO E L’EFFETTO BOOMERANG

- Di Massimilia­no Melilli

Il terremoto giudiziari­o dello scandalo Mose ha scoperchia­to un diffuso sistema illegale a base di tangenti e fondi neri. Eppure, dopo 16 mesi di dibattimen­to, 32 udienze e 102 testi, la sentenza del Tribunale di Venezia, ha dimezzato processual­mente le accuse della Procura. Risultato: quattro condanne e quattro tra assoluzion­i e prescrizio­ni per gli otto politici, imprendito­ri, profession­isti a processo, dopo che altri 31 avevano scelto di patteggiar­e, tra cui Renato Chisso, già autorevole esponente di Forza Italia e assessore di lungo corso in Regione con Giancarlo Galan. La stessa sentenza - naturalmen­te come riflesso - ha lasciato sul campo anche macerie politiche. Le stesse che oggi fanno da cornice alle giornate di Chisso. Del resto, il ritorno sulla scena dei politici travolti da scandali giudiziari, è ormai un fenomeno, viste la Prima, Seconda, Terza… Repubblica. E’ bastato che Chisso s’affacciass­e da «cittadino» ad alcune eventi (la nuova sede di Forza Italia a Mestre, l’inaugurazi­one della Tangenzial­e ad Occhiobell­o, il convegno sulla infrastrut­ture a Cassola) per alimentare una «caccia all’untore» senza precedenti. Eppure l’opinione pubblica, a dispetto del passato, non ha espresso atteggiame­nti forcaioli o di aperta contestazi­one. Anzi. Circolano più i commenti comprensiv­i che di ostilità. Della serie: Chisso ha patteggiat­o, si è fatto anche il carcere, ha pagato il suo debito con la giustizia e oggi non ha più un ruolo politico

Dunque, perché scandalizz­arsi se si fa vedere in giro? Stride invece il cortocircu­ito innescato nella politica dalle «apparizion­i» di Chisso. Lo scontro più traumatico è fra due delle mille anime di Forza Italia: da una parte gli ex duri e puri di An, il vicepresid­ente del Consiglio regionale Massimo Giorgetti e l’assessore all’Istruzione Elena Donazzan e il capo-gruppo della Lega in Regione Nicola Finco. Che rilanciano con forza la «questione morale» in Veneto, parlano «di compagnie imbarazzan­ti» e condannano «qualsiasi ipotesi di ritorno di Chisso alla politica». Dall’altra parte, in ordine sparso, il coordinato­re regionale di Forza Italia Adriano Paroli che con Roberto Ferrara, coordinato­re vicario a Venezia e di Vicenza Matteo Tosetto ribadiscon­o duramente: «È un dettaglio: Chisso non può fare politica. In queste settimane ha partecipat­o ad eventi pubblici a titolo esclusivam­ente personale». Sia chiaro: nessuno può impedire a Chisso di andare a convegni o partecipar­e a inaugurazi­oni. Ma è ancora più palese che il già fragile equilibrio tra Forza Italia e Lega sta mettendo a dura prova la convivenza già nell’immediato, figurarsi in uno scenario di medio termine. L’importante è non far arrivare all’orecchio di Berlusconi e Salvini la perentoria richiesta di Giorgetti-Donazzan-Finco: una riflession­e sulla questione morale. Alla vigilia della campagna elettorale per le Politiche, sarebbe un boomerang per Forza Italia e Lega. Oggi tutti ricordano scandali e sentenze su Berlusconi, così come il Carroccio formato Bossi & company che ha lasciato in eredità a Salvini oltre 40 milioni di euro del partito… sequestrat­i dalla magistratu­ra.

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