Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Subway, i fast food green sbarcano in Veneto
Dopo Verona, il fast food under 35 riparte da Padova e Bassano
PADOVA La catena americana dei sandwich fast food Subway scommette sul Veneto per la sua espansione in Italia. Dicono che il suo marchio, che campeggia sopra 44 mila ristoranti in tutto il mondo, cinquemila dei quali in Europa, sia già ben noto ai giovani italiani della «generazione Erasmus» tra i 15 e i 35 anni, abituati a frequentarli nei loro viaggi nelle capitali estere. E che questo si stia rivelando uno dei fattori di successo dei ristoranti Subway in Italia, che quei giovani sono ben contenti di frequentare anche a casa, ora che iniziano a diffondersi. Com’è capitato a Trento tre anni fa, quando l’apertura del locale a due passi dal Duomo si è trasformata in una sorta di evento spontaneo, con duemila avventori al giorno nel locale.
E adesso, dopo le prime aperture-pilota, tra cui quella un anno fa in corso Cavour a Verona, a due passi da Castelvecchio, a fianco di Bolzano, Merano e Trento, la catena delle insalate e del panino personalizzato ha deciso di puntare per lo sbarco in forze in Italia sul Veneto, a partire dal 2018. Inserendosi in un cambiamento epocale nella ristorazione, dove la tradizionale iniziativa singola deve sempre più confrontarsi con le aperture di locali con le insegne di grandi catene. Obiettivo immediato, nel caso di Subway, è di giungere rapidamente a cinque ristoranti, partendo da Padova e poi puntando ad una prima diramazione a Bassano. Così la catena si è messa alla ricerca dei partner per aprire i propri locali in franchising, in uno sviluppo che sarà diretto da Monaco di Baviera anche per un Nordest inserito a pieno titolo nell’area che comprende Baviera e Austria.
«Crediamo di avere di fronte una regione con un grande potenziale e che può far leva su uno spirito molto imprenditoriale. Il nostro primo focus sarà su Padova: città di giusta dimensione con i suoi 200 mila abitanti entro un’area di un milione di abitanti, base per studenti, dove crediamo possa funzionare il nostro modello di alternativa più salutare al fast food, con ingredienti freschi e 16 tipi di sandwich preparati sotto gli occhi dei nostri clienti, che loro stessi possono personalizzare», sostiene Christian Türcke, che coordinerà lo sviluppo in Veneto, stile lontano anni luce dallo stereotipo del manager, sostituito invece da una esperienza di 18 anni in Subway, partendo egli stesso da imprenditore in franchising con più locali aperti in Germania.
«Il passo successivo lo vediamo poi a Bassano - aggiunge Türcke -. Ma per ora vogliamo concentrarci su Padova, cercando di coltivare il potenziale con calma, scegliendo i giusti punti vendita. Possono essere in centro città, ma anche in centri commerciali, vicino agli ospedali o alle stazioni ferroviarie o in grandi crocevia di traffico e perfino nelle aree di servizio. Senza escludere la possibilità di aggiungere alla rosa località di provincia che potrebbero assicurare una certa affluenza. Cerchiamo fino a tre buoni partner in franchising: operatori della ristorazione, non investitori. Il potenziale dell’area è elevata: vediamo certo più di un ristorante a Padova, così come a Verona, dove il nostro imprenditore punta già ad aprire il secondo locale».
Il ristorante tipo Subway va dai 50 a 150 metri quadrati. E richiede investimenti di base di 125 mila euro chiavi in mano, finanziati con uno schema tipico che deve far leva per un terzo sul capitale dell’imprenditore e per un altro su finanziamento bancario, con dotazioni di cucine semplici, che non devono andare oltre la necessità di dotarsi dei forni per riscaldare 16 tipi di pane diversi.
Un modello che pare pronto ad affrontare anche i cambiamenti negli stili di consumo e nella disponibilità di denaro del Veneto post-crisi. «Il nostro panino del giorno parte da 2 euro e 69 centesimi - conclude Türcke -. Noi diciamo che la nostra offerta è per tutte le tasche e per ogni tipo di fame. Noi vediamo clienti attenti a quel che spendono, senza perdere di vista però anche la qualità di quello che mettono sotto i denti».