Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
I veneti «osservatori» in Catalogna «Si fa la Storia, come a Berlino nell’89»
E Guadagnini deposita una nuova richiesta di referendum indipendentista in Regione
VENEZIA Più che tensione, una grande gioia. Unita all’idea che qualcosa di straordinario sta accadendo a Barcellona, qualcosa destinato a restare ben oltre il primo ottobre 2017. «Qui a Barcellona si respira e si fa la Storia» dice non a caso il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, atterrato in Catalogna come osservatore internazionale chiamato a sovrintendere al corretto svolgimento del referendum che, a ieri sera, neppure si sapeva se si sarebbe mai celebrato. «Stamattina (ieri mattina, ndr.) abbiamo avuto una riunione alla Generalitat, la sede del governo della Catalogna, insieme al “ministro” degli Esteri Raul Romeva - racconta Ciambetti -. Ci ha assicurato che per qualunque cosa faccia il governo di Madrid, dal sequestro delle schede a quello dei seggi, loro hanno un piano B, un piano C e forse pure un piano D. “In ogni caso voteremo”, ci ha detto, “si va avanti”».
Con Ciambetti, nel ruolo di osservatori internazionali accreditati ci sono anche il consigliere regionale di Siamo Veneto Antonio Guadagnini e l’ex consigliere regionale, volto storico dell’indipendentismo veneto, Ettore Beggiato. Nessuno di loro, a quanto ci hanno raccontato ieri, ha visto carri armati lungo le strade, una città militarizzata, scene da guerra civile imminente. «Io sono arrivato mercoledì e ora sono alla Barceloneta (il quartiere lungo il mare, ndr.) e c’è una tranquillità assoluta riferisce Beggiato -. Leggo sui siti di spari nella notte, di scontri... tutto esagerato, mi pare si vogliano esasperare i toni di quella che è semplicemente una prova straordinaria di democrazia. Gli studenti vano in piazza in un clima di festa, ho visto la bellissima manifestazione dei pompieri. Certo nessuno sa che accadrà domani (oggi, ndr.)».
Gli osservatori, accreditati dal governo catalano per il tramite dell’Icec, l’International Commission of European Citizens, una Ong che unisce movimenti autonomisti e indipendentisti dalla Scozia alle Fiandre, dal Veneto al Sud Tirolo e i Paesi Baschi, avranno il compito di visitare i seggi durante le operazioni di voto, per assicurarsi, come «controllori terzi» della regolarità delle procedure e del rispetto della libertà dei votanti. Come faranno, visti i presupposti (il governo Rajoy ha fatto sapere che non intende in alcun modo permettere la celebrazione del referendum, che considera anti costituzionale e contro l’unità della Repubblica spagnola) non si sa. «Sentiamo dire che impediranno in ogni modo alla gente di entrare nei seggi - racconta Guadagnini ma dissero pure che avrebbero interdetto lo spazio aereo mentre noi siamo arrivati normalmente, come le migliaia di turisti che girano in città e anche ora sono qui accanto a me, sulla Rambla. Ci sono manifestazioni unioniste in corso ma nessuno scontro e mi risulta che molte persone stanotte vogliano dormire nei seggi per impedire che questi vengano occupati dalla Guardia Civil. Siamo parte di un evento paragonabile alla caduta del muro di Berlino». Guadagnini, tra l’altro, ha appena depositato in consiglio regionale una nuova proposta di legge (la prima fu bocciata dalla Corte costituzionale) per celebrare un referendum indipendentista anche in Veneto: «Vuoi che il Veneto sia uno Stato indipendente e sovrano? Sì o No?» è il quesito. «Dopo quel che sta accadendo in Catalogna dice - nessuno Stato europeo potrà più impedire la libera manifestazione del pensiero».
Chiude Ciambetti: «Madrid può fare quello che vuole, infiltrare agenti provocatori, sigillare i seggi o sequestrare le urne elettorali, ma non si può mettere in galera l’anima, le aspirazioni e la volontà di un popolo e di una nazione».