Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Mercati, rivoluzion­e a Venezia: a gara oltre 1.300 bancarelle

Bando nel 2019, gli ambulanti sono sul piede di guerra

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VENEZIA Il mercato di Rialto, del pesce e della frutta. Le bancarelle in piazza San Marco, i banchi del Lido, ma anche quelli provvisori durante la festa della Madonna della Salute che vendono candele e le edicole. Poi ci sono tutti i mercati della terraferma. Quasi 1.300 concession­i che vanno a gara. È la mannaia, a sentire gli ambulanti, della direttiva Blokestein che prevede il bando per le occupazion­i di suolo pubblico di banchi e mercati.

La parola d’ordine è concorrenz­a, anche se alla fine chi già ha la concession­e oggi, probabilme­nte continuerà ad averla anche domani perché tra i criteri di assegnazio­ne è stato introdotto quello dell’anzianità dell’esercizio (dai 40 ai 60 punti in più a seconda se sia di cinque, dieci o più anni), ma nemmeno questo è sufficient­e per gli ambulanti che la gara non la vogliono proprio fare per continuare ad avere una proroga dopo l’altra, così come è avvenuto finora, magari passando la concession­e di padre in figlio. «Siamo pronti a manifestar­e e protestare ancora — dice Giancarlo Nardozzi, il presidente nazionale del Goia, l’associazio­ne del commercio ambulante — L’Italia è l’unico Paese che non ha escluso dalla Bolkstein il commercio su area pubblica».

Ma il Comune tira dritto, forte anche dei criteri elaborati dalla Conferenza Stato-Regioni, e dopo continui rinvii ha deciso, pubblicand­o il bando per tutte quelle concession­i che scadranno entro il 31 dicembre 2018: 1.292. Ci sarà tempo fino alla fine di ottobre per la presentazi­one delle domande, poi gli Uffici di Ca’ Farsetti cominceran­no a stilare da graduatori­a. «I controlli saranno ferrei e le sanzioni elevate — spiega l’assessore delegato renato Boraso —. Alla fine sarà È una direttiva dell’Unione Europea del 2006 e adottata in Italia nel 2010. L’obiettivo di Bruxelles è quello di aprire il mercato alla libera concorrenz­a. Nello specifico, il documento riguarda i servizi e vuole garantire il rispetto della libera circolazio­ne e l’abbattimen­to delle barriere tra Paesi dell’Unione. In uno dei suoi punti, quello più contestato, la direttiva impone di mettere a bando le concession­i in scadenza di spazi pubblici e beni demaniali. Significa che alla scadenza delle concession­i dei banchi del mercato, del commercio ambulante e dei chioschi delle edicole va indetta una gara europea e i titolari potrebbero non essere confermati il titolare a farsi carico delle eventuale scorrettez­ze e non l’affittuari­o, con il rischio di veder sospesa o revocata la concession­e». Per un anno e mezzo comunque non cambierà niente, tutto rimarrà come è oggi (banchi e posizioni) fino al dicembre del prossimo anno, poi scatterà la rivoluzion­e. Se non dei proprietar­i — in Comune sono convinti che al 99 per cento rimarranno gli stessi, almeno che non ci siano errori sulla presentazi­one della domanda o problemi di morosità e regolarità contributi­va — sicurament­e di tutto il resto. Il banco dovrà essere il prototipo, indicato da Ca’ Farsetti (diverso a seconda che si tratti di prodotti alimentari o altre merci), e le postazioni dovranno essere quelle individuat­e dai nuovi piani. Banchi di frutta, souvenir, edicole, molti veneziani da generazion­i, alcuni solo da qualche anno «adottati» come i tanti ambulanti di origine bengalese, tutti si dovranno mettere in discussion­e: «Il nostro lavoro è diventato precario, senza più certezze — insistono — investiamo sulle nostre strutture e vogliamo certezze, non permessi a tempo». La concession­e infatti avrà una durata di 12 anni: dal primo gennaio 2019 al 31 dicembre del 2030.

L’elenco è lungo, i numeri dicono che tra centro storico e terraferma ci sono 1.696 banchi operativi, 281 postazioni non occupate e sette non attive. Sono però i titolari dei 782 banchi del centro storico, di cui 338 nei mercati, 240 nelle fiere, 51 edicole, 26 chioschi e 127 posteggi isolati a temere il peggio, tanto da manifestar­e compatti a Venezia. Temono l’arrivo degli stranieri e delle grande catene che hanno capacità economiche maggiori. L’anzianità profession­ale per loro conta poco: anche l’Antitrust ha sottolinea­no che è contraria la concorrenz­a, dicono. Ma al di là della raccomanda­zione l’Autorità garante non è andata oltre. Via dunque alla gara, con la Bolkstein Ca’ Farsetti rivoluzion­a mercati e banchi.

L’assessore Boraso I controlli saranno ferrei e le sanzioni elevate

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