Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Quell’ambita ricetta che il Veneto non ha tirato su abbastanza

Lo scontro sulla paternità e il caso Friuli

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Carmineant­onio trevisano per caso, perché è dura trovare uno Iannaccone nei registri delle parrocchie tra Sile e Piave. D’altra parte, era fatale che un dolce avesse l’atto di battesimo un po’ pasticciat­o. Sul suo profilo Facebook l’avellinese di Baltimora non scrive una riga delle polemiche che hanno infiammato il nordest, forse fin lì non sono arrivate. E d’altra parte adesso è guerra di carte. Con lo sguardo in casa, tutta protesa verso un’autonomia per cui si sta per celebrare un referendum, la Regione Veneto aveva cominciato la procedura per far attribuire al tiramisù il marchio di qualità Sgt (Specialità Tradiziona­le Garantita). E invece i furlani, che l’autonomia ce l’hanno già più ampia, hanno puntato in alto, alla lista dei Pat (prodotti Agroalimen­tari Tradiziona­li) stilata dal ministero. Un po’ affollata, è vero, visto che elenca 5.118 prodotti, ma prestigios­a almeno quel tanto da far inviperire il presidente veneto.

Insomma, i veneti il tiramisù non l’hanno tirato su abbastanza, pensavano ce la facesse da solo. E adesso, mentre gli chef e i pasticceri di tutto il mondo lo fanno e lo rifanno, spesso e volentieri «affinando», cioè stravolgen­do, la ricetta originale (il marsala sì o no, le fragole, lo yogurth, i pavesini….), l’orgoglio ferito chiederà ristoro al Tar, al ministero, chissà mai se all’Accademia della Cucina e a Clara e Gigi Padovani che, ad onta del loro venetissim­o nome, sostengono in un libro la paternità friulana del dolce al cucchiaio. La vicenda deve servire di lezione. Mai più farsi fregare, meglio mettere le mani avanti sui prodotti veneti originali. E allora sotto, adesso, a difendere la «putàna», che il mondo attende di sapere veneta, e i baicoli, e le esse veneziane, una delle poche doppie esistenti. Ma mica solo dolci. Siamo arrivati tardi, ahinoi, per dichiarare venete e intangibil­i due bocconi una volta succulenti: la Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Ma pare che la ricetta fosse indigesta. La sua assessora Elena Donazzan sarà entusiasta di avere la doc per la inimitabil­e spiaggia «Punta Canna» a Sottomarin­a. Un altro prodotto tipicissim­o e venetissim­o è per esempio il Mose: si faccia una battaglia, per dargli un marchio, magari d’infamia.

La vicenda serva da lezione: meglio difendere i prodotti originali

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