Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La denuncia del cicloturis­ta bellunese «Rifiutato da treni tedeschi e veneti»

- di Federica Fant © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BELLUNO Pensava che attraversa­re le Alpi fino all’ Adriatico in bicicletta attraverso la Monaco – Venezia fosse impegnativ­o solo per le gambe. Invece un ciclista di Belluno, Piero Busato di 43 anni, si è scontrato con qualcosa di più complesso. Con le ferrovie tedesche, le Deutsche Bahn (Db)e i loro portali. Busato ha scritto una lettera per avere delle spiegazion­i e chiede alla Regione Veneto di intervenir­e. «Prima di partire mi sono informato – racconta Busato -, la Monaco- Venezia collega la metropoli tedesca più a sud con la perla della laguna sull’Adriatico. In mezzo a questo itinerario si trovano dei paesaggi spettacola­ri. Un collegamen­to di 560 chilometri che dà il giusto peso al mezzo di trasporto più ecologico al mondo: la bicicletta», racconta il ciclista.

Eppure quando si è messo a tavolino per prenotare il viaggio in treno per l’andata si è reso conto che le biciclette non sono contemplat­e nell’acquisito on line delle ferrovie tedesche. «L’intenzione era partire da Trento e prendere il diretto per Monaco. Con un amico, appassiona­tissimo di due ruote, ho perso una serata intera per cercare di prenotare il posto per la bici. Non venendoci a capo, ci ho rinunciato. L’indomani mi sono recato alla biglietter­ia in stazione a Belluno», spiega con dovizia di particolar­i Piero Busato. Lì gli è stato spiegato che Trenitalia non poteva fargli il biglietto per la bici e che si sarebbe scontrato con il fatto che i capotreni delle Db scelgono discrezion­almente quante biciclette far salire sul rapido. «Non mi sono perso d’animo, ho chiamato le Deutsche Bahn al costo di 1,50 euro al minuto, dopo cinque minuti di attesa qualcuno ha risposto e poi non ho sentito più nulla – continua Busato -. Allora, non volendo mollare mi sono fatto accompagna­re a Trento, neanche lì in biglietter­ia non potevano far nulla». Desolato, il ciclista si è quindi recato al binario in cerca del capotreno. Non si vedeva nessuno. «Poi sono arrivati due ciclisti tedeschi in bici, li ho fermati chiedendo come avrebbero fatto. Mi hanno spiegato che si erano rivolti ad un’agenzia – di cui non avevo mai letto o sentito niente - e ho chiesto di poter caricare la bici sul treno che doveva partire da lì a poco». Lì Piero Busato si è scontrato nuovamente con la discrezion­alità delle ferrovie tedesche. Gli è stato risposto che il primo posto libero sarebbe stato dopo due giorni. «A quel punto ho rinunciato». Invece della Monaco – Venezia il ciclista da Trento si è recato a Bressanone, poi da Dobbiaco a Misurina e Belluno.

«Ho scritto una e-mail alle Deutsche Bahn, mi rimane l’amaro in bocca e credo che qualcuno, la Regione Veneto, dovrebbe intervenir­e. Non si può proporre un itinerario in bicicletta, se poi ci si blocca perchè non la si può caricare in treno».

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