Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La denuncia del cicloturista bellunese «Rifiutato da treni tedeschi e veneti»
BELLUNO Pensava che attraversare le Alpi fino all’ Adriatico in bicicletta attraverso la Monaco – Venezia fosse impegnativo solo per le gambe. Invece un ciclista di Belluno, Piero Busato di 43 anni, si è scontrato con qualcosa di più complesso. Con le ferrovie tedesche, le Deutsche Bahn (Db)e i loro portali. Busato ha scritto una lettera per avere delle spiegazioni e chiede alla Regione Veneto di intervenire. «Prima di partire mi sono informato – racconta Busato -, la Monaco- Venezia collega la metropoli tedesca più a sud con la perla della laguna sull’Adriatico. In mezzo a questo itinerario si trovano dei paesaggi spettacolari. Un collegamento di 560 chilometri che dà il giusto peso al mezzo di trasporto più ecologico al mondo: la bicicletta», racconta il ciclista.
Eppure quando si è messo a tavolino per prenotare il viaggio in treno per l’andata si è reso conto che le biciclette non sono contemplate nell’acquisito on line delle ferrovie tedesche. «L’intenzione era partire da Trento e prendere il diretto per Monaco. Con un amico, appassionatissimo di due ruote, ho perso una serata intera per cercare di prenotare il posto per la bici. Non venendoci a capo, ci ho rinunciato. L’indomani mi sono recato alla biglietteria in stazione a Belluno», spiega con dovizia di particolari Piero Busato. Lì gli è stato spiegato che Trenitalia non poteva fargli il biglietto per la bici e che si sarebbe scontrato con il fatto che i capotreni delle Db scelgono discrezionalmente quante biciclette far salire sul rapido. «Non mi sono perso d’animo, ho chiamato le Deutsche Bahn al costo di 1,50 euro al minuto, dopo cinque minuti di attesa qualcuno ha risposto e poi non ho sentito più nulla – continua Busato -. Allora, non volendo mollare mi sono fatto accompagnare a Trento, neanche lì in biglietteria non potevano far nulla». Desolato, il ciclista si è quindi recato al binario in cerca del capotreno. Non si vedeva nessuno. «Poi sono arrivati due ciclisti tedeschi in bici, li ho fermati chiedendo come avrebbero fatto. Mi hanno spiegato che si erano rivolti ad un’agenzia – di cui non avevo mai letto o sentito niente - e ho chiesto di poter caricare la bici sul treno che doveva partire da lì a poco». Lì Piero Busato si è scontrato nuovamente con la discrezionalità delle ferrovie tedesche. Gli è stato risposto che il primo posto libero sarebbe stato dopo due giorni. «A quel punto ho rinunciato». Invece della Monaco – Venezia il ciclista da Trento si è recato a Bressanone, poi da Dobbiaco a Misurina e Belluno.
«Ho scritto una e-mail alle Deutsche Bahn, mi rimane l’amaro in bocca e credo che qualcuno, la Regione Veneto, dovrebbe intervenire. Non si può proporre un itinerario in bicicletta, se poi ci si blocca perchè non la si può caricare in treno».