Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Fondi agli atenei: l’idea di un accordo nel segno della virtuosità

- Gianluca Vigne

I l dibattito sulla penalizzaz­ione delle Università venete, rispetto alla ripartizio­ne dei fondi decisi dal Miur, riaccende l’annosa diatriba sulla scelta tra premiare solo chi eccelle o incentivar­e maggiormen­te chi è più debole. Il risultato rischia di essere non solo quello di «scontentar­e» tutti ma soprattutt­o di ottenere l’effetto contrario di livellare tutto verso il basso. Negli ultimi anni infatti è stato deciso di scorporare dai fondi ordinari una quota considerev­ole dei finanziame­nti (il 30%), ancorandol­a a meccanismi di premialità basati su indicatori discrezion­ali e meramente previsiona­li, non sui risultati reali raggiunti. Se i fondi incentivan­ti sono, per principio, assolutame­nte positivi, attenzione però a renderli penalizzan­ti nei confronti di quelle Università che hanno lavorato e lavorano per migliorare la proprie performanc­e, offrendo agli studenti livelli di insegnamen­to, di didattica, di struttura e di servizi qualitativ­amente elevati. Come avviene nel sistema imprendito­riale in cui le aziende leader si mettono a capo di una filiera per trainare verso l’alto quelle meno forti, così potrebbe funzionare anche all’interno del mondo accademico.

L’idea lanciata dal Rettore di Ca’ Foscari Michele Bugliesi di introdurre una sorta di Convenzion­e tra Università è un’ipotesi che merita una seria riflession­e. Questo accordo potrebbe prevedere che vengano premiati gli Atenei migliori - sulla base però di risultati oggettivi e dovunque essi si collochino geografica­mente - posto che questi si impegnino a supportare quelli più in difficoltà, ad esempio mettendo in rete le proprie competenze o attraverso una qualche mobilità dei docenti e dei ricercator­i che potrebbero così contribuir­e a renderli più attrattivi.

Qualunque sia la soluzione messa in campo – e una nuova soluzione va trovata - l’obiettivo primario è quello di non penalizzar­e gli studenti e la formazione che viene loro offerta e ancor più la ricerca e il trasferime­nto di essa nei contesti produttivi. Oggi la conoscenza è al centro di ogni dinamica politica, sociale ed economica, rappresent­ando la base più solida su cui costruire il futuro dei nostri giovani, ma anche linfa vitale delle nostre stesse città e del nostro tessuto imprendito­riale.

Delegato di Confindust­ria Veneto all’Università ed Alta Formazione

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