Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La tecnologia salva i campi Con i satelliti
Non è più il contadino a stabilire quando arare, concimare, seminare, irrigare e anche raccogliere Computer, software e droni lo fanno meglio
ampi di mais o di grano, ma anche risaie, frutteti e vigneti, dove a stabilire quando e come arare, seminare, concimare, oppure contrastare i parassiti, irrigare, diserbare e infine raccogliere, non sono più la consuetudine secolare e l’expertise dei contadini, bensì dei computer. che dopo aver elaborato una grande quantità di dati meteorologici e agronomici forniti da satelliti, droni, e sensori di vario tipo, elaborano modelli decisionali leggibili anche tramite app, consigliando ai farmer la cosa più giusta da fare, al posto giusto, nel momento giusto. Immaginate poi che tutte le macchine agricole, dai trattori alle seminatrici, dalle irroratrici alle mietitrebbie, siano in grado di modulare l’intensità e la durata del lavoro in base a mappe che indicano quanti semi, concimi, agrofarmaci o acqua utilizzare in ogni zolla. È l’agricoltura di precisione, un nuovo modo di concepire e gestire le attività nelle campagne, che grazie alle sempre più sofisticate tecnologie oggi disponibili, è in grado di aumentare l’efficienza delle aziende e il reddito dei contadini, ma, soprattutto, di ridurre l’impatto sull’ambiente.
La guida satellitare e la distribuzione di fertilizzanti e altri prodotti chimici a dosi variabili, cioè solo quando e dove serve, consente di diminuire il rilascio di anidride carbonica e l’impiego di erbicidi e pesticidi anche del 15-18%. Notevole anche il risparmio di gasolio, perché la precisione del gps evita alle macchine di ripassare su una porzione di terreno già lavorata. Inoltre, con pneumatici di ultima generazione e trattrici cingolate si limita il compattamento del terreno e quindi il degrado dovuto all’effetto erosivo delle piogge. Le tecniche conservative, che prevedono di lasciare sui campi i resti delle colture dell’anno precedente invece di arare, permettono ai terreni di arricchirsi di humus e catturare più acqua piovana da utilizzare nei periodi di precipitazioni scarse. E poi ci sono gli impianti a biogas, che producono energia Dallo spazio arrivano i dati sullo stato delle piante e della terra pulita e concimi naturali sfruttando gli scarti delle coltivazioni.
Le politiche dell’Europa e l’attenzione dell’opinione pubblica verso filiere agroalimentari Strumenti per «vedere» la propria terra e le coltivazioni sostenibili, dovrebbero essere incentivi per lo sviluppo delle nuove tecniche. Invece oggi poco meno del 2% della superficie agricola italiana è gestita in maniera «intelligente», Macchine collegate e programmate con satelliti e droni appena il 4% delle aziende è informatizzato, quelle che navigano sul web sono l’1,2% e l’età media degli agricoltori è intorno ai 57 anni. Ma i pionieri non mancano. Anche i robot nei campi e fra i filari aiutano la nuova agricoltua
A Senigallia, negli oltre 900 ettari della società agricola Mastai Ferretti, da anni si usa l’agricoltura di precisione abbinata al sod seeding, cioè la semina sul terreno non lavorato. I vantaggi? Trent’anni fa nell’azienda fondata nel 1857 da papa Pio IX si consumavano circa 170mila litri di gasolio, oggi sono poco più di 100mila. Ridotti anche i costi per la manutenzione delle macchine e per la manodopera. «A tutto questo va aggiunto il beneficio per l’ambiente — spiega l’agronomo di Mastai Paolo Primieri — con un inquinamento ridotto e una minore erosione del terreno».
E poi c’è chi ha deciso di tagliare l’impiego di prodotti chimici come Luigi Malenchini, che gestisce un’azienda di 300 ettari coltivati a mais, frumento e pomodoro in provincia di Parma e un’altra in Toscana, dove c’è un vigneto di 17 ettari completamente biologico. «Per concimare usiamo il digestato prodotto dalla fermentazione degli scarti agricoli — racconta — un composto naturale che dà ottimi risultati in termini di resa». Anche al Sud c’è chi crede nell’innovazione sostenibile. In provincia di Foggia il contoterzista Matteo Tamburelli lavora circa duemila ettari con i suoi trattori dotati di guida satellitare: «Risparmio tempo, ma soprattutto evito di ripassare due volte sullo stesso punto e quando si fanno i trattamenti diserbanti o antiparassitari si riduce in maniera sensibile l’inquinamento».
Sulle implicazioni economiche, sociali e ambientali dell’agricoltura di precision è nato un master universitario coordinato dal professor Michele Pisante, docente di Agronomia e coltivazioni erbacee alla facoltà di Agraria dell’Università di Teramo: «La precisione — sottolinea Pisante — è l’unica strada per rendere compatibile con l’ambiente un’attività indispensabile per l’uomo come l’agricoltura. Ma per utilizzare al meglio queste tecniche e tecnologie c’è bisogno di un’adeguata formazione».