Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Bar Borsa chiuso a fine mese, Salvadori (ri) lancia un Sos: «Perdiamo abitanti e attività»

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TREVISO Un locale che chiude in centro storico riapre la discussion­e sul rilancio di Treviso e Confcommer­cio chiede un tavolo interprovi­nciale per ripensare l’economia della «Grande Treviso».

Il primo novembre sarà il primo giorno, dopo tredici anni, senza Bar Borsa: il contratto con la Camera di Commercio è scaduto, Denis Mistro ha annunciato la chiusura del locale che domina la terza piazza del capoluogo. Una notizia in parte prevista, dato che il locale dipende direttamen­te dal futuro della sede e dal rapporto altalenant­e con Fondazione Cassamarca per il trasloco della Cciaa all’Appiani: così la locazione si è conclusa senza rinnovo. Resta il fatto che la chiusura del Borsa crea un altro vuoto. Confcommer­cio e Fipe ieri hanno lanciato un appello sui social in solidariet­à di Mistro e dei suoi dipendenti: «È un pezzo di storia non facciamolo chiudere».

«Quando diciamo che “la città non è dei commercian­ti ma senza commercio muore” intendiamo dire proprio questo – commenta il presidente Confcommer­cio Renato Salvadori -. Non c’è vera vita sociale o civile dentro ai nostri centri storici senza una sana, coerente e facilitata vita commercial­e».

Il dito è puntato sul trasferime­nto degli uffici pubblici fuori dalle mura, con i problemi che ha comportato. La prima risposta per Salvadori deve ricercarsi nel ripopolame­nto del capoluogo, che soffre un pesante declino demografic­o: «Una città che cede abitanti verso l’esterno senza chiedere nulla in cambio, anzi ricavandon­e spesso problemi di relazione e svuotament­o degli spazi commercial­i, è destinata ad agonizzare. Gli abitanti entro mura sono un terzo di quelli di pochi anni fa».

- La seconda risposta è in un accordo politico: «Occorre attivare un tavolo permanente con i comuni di cintura per stendere politiche capaci si sfruttare il peso mediatico del capoluogo rispalmand­o parte di economia creta in centro storico anche verso di loro – continua Salvadori -. Gli eventi di peso extraprovi­nciale sono esempi da condivider­e per trasformar­e la “Grande Treviso” in una “Treviso più grande”, sfruttando la notorietà di Venezia, Prosecco, Radicchio e il traffico aeroportua­le». (s.ma.)

R. Salvadori Non c’è vita nei centri senza una sava vita commercial­e

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