Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Bomba devasta la porta di casa di un produttore di Prosecco
Paura a Monfumo. L’imprenditore: «Forse ho dato fastidio a qualcuno»
MONFUMO E’ circa mezzanotte di lunedì quando in via Biss, nel cuore delle colline increspate di vigneti di Monfumo, si sente un boato fortissimo. E’ il rumore dell’esplosione, violentissima, che ha appena divelto la porta blindata dell’abitazione di Simone Rech, giovane imprenditore titolare della Tenuta Amadio produttrice del Prosecco Superiore Dogc dei Colli Asolani, la cui sede si trova a venti metri dalla casa. E a provocarla è stata una bomba, piazzata davanti alla porta per quello che gli inquirenti definiscono senza indugio: «Un grave atto intimidatorio».
Quella bomba ha voluto mandare un messaggio a Rech e alla sua famiglia. Ma quale? Il movente al momento resta ignoto, e il primo a interrogarsi è l’imprenditore 31enne: «Sono stupito più che spaventato da questo gesto – spiega -. L’unica spiegazione che posso darmi è che con il nostro lavoro, con i premi e i riconoscimenti internazionali che ci siamo guadagnati, possiamo aver dato fastidio a qualche concorrente».
Una pista, tra le tante, sulle quali si sono concentrate le indagini subito avviate dai carabinieri del nucleo investigativo di Treviso guidati dal maggiore Giovanni Mura e di Castelfranco Veneto guidati dal capitano Alessandro Albiero, arrivati nella notte in via Biss. Indagini che, inevitabilmente, partono dall’attività del giovane imprenditore, che ha avviato la sua azienda vitivinicola cinque anni fa, sui terreni avuti in eredità dal nonno. Ma anche su quella del padre Emanuele, allevatore già noto alle cronache per essere stato imputato, poi assolto, nel processo «Pascoli d’Oro», accusato di aver intascato indebitamente contributi europei per milioni di euro.
Così come nell’indagine finirà quella che per ora è solo una coincidenza, e cioè l’asta nella quale proprio ieri mattina è stata venduta una casa confiscata all’allevatore. L’indagine è a 360 gradi e nulla può essere trascurato. A partire dall’ordigno esploso. Non una rudimentale bottiglia incendiaria, ma una bomba vera e propria. Di che tipo? Per ora siamo nel campo delle ipotesi, che vanno dall’involucro contenente esplosivo e pezzi di metallo, a un residuato bellico riattivato da mani esperte. I frammenti dell’ordigno sono stati repertati e saranno inviati ai Ris per gli accertamenti.
«Quello che è successo è grave, ma non mi faccio spaventare – conclude Simone Rech -. Io e mia moglie resteremo a casa nostra e continueremo la nostra vita serenamente».