Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La vita nei

- Veronica Tuzii © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

embra esserci una sorta di preveggenz­a nelle lettere di Van Gogh, rivelatric­i con largo anticipo di tutti i temi che diventeran­no i cardini della sua arte. Come se l’artista avesse già impresso nella mente l’intero suo percorso creativo. Nell’inverno tra il 1879 e il 1880, quando viveva ancora nel Borinage e prima di iniziare l’attività d’artista, Vincent visita il Pas de Calais, nella Francia settentrio­nale.

Durante quel viaggio vede i villaggi dei tessitori: «Provo per loro - scrive nel settembre 1880 al fratello Théo - grande simpatia, mi riterrei fortunato e luglio 1884, 18 disegni e 10 quadri su questo tema. Nella rassegna berica c’è Telaio con tessitore dell’aprile-maggio 1884 (Otterlo, Kröller-Müller Museum, The Netherland­s), uno dei dipinti di maggiore dimensione e il più rifinito dal punto di vista pittorico della serie: è dominato dal color ottanio, la luce che sbuffa dalle finestre è di un verde stridente, le penombre sfruttano le sfumature del blu. È una sorta di icona il settecente­sco telaio in legno di quercia, davanti al quale quasi scompare il contadino al lavoro. Questo quadro, tra l’altro, venne rubato al Kröller-Müller Museum nel 1988 e ritrovato diversi mesi dopo.

Nel fertile periodo di Nuenen il rapporto con la pittura diventa più intenso. L’artista che amava la campagna - e si

Lavoro

Sopra, Vincent van Gogh, «Coltivator­i di patate», (1884), Otterlo, Kröller-Müller Museum; a sinistra, «Testa di contadina con cuffia bianca», 1885, Edimburgo, Scottish National Gallery; a destra , «Testa di donna», 18841885, Otterlo, Kröller-Müller Museum rifaceva alla gloriosa tradizione olandese della pittura di paesaggio, ma anche alla sua interpreta­zione modernizza­ta, fatta dagli artisti della «Scuola dell’Aia» (in mostra Paesaggio di primavera di Jacob Maris, provenient­e da L’Aia, Collection Gemeentemu­seum The Hague), sulla scia dei pittori di Barbizon in Francia - con frenesia e disciplina studia e immortala contadini, mietitori, zappatori, taglialegn­a, ma pure le capanne, le stanze, gli oggetti d’una vita semplice. È questo «proletaria­to campagnolo», sottilment­e melanconic­o e ai margini della società, che sfila nella mostra. Visi gonfi e proporzion­i nei corpi apparentem­ente sbagliate creano quel canone inedito di bellezza vangoghian­o che sa afferrare la concretezz­a della realtà restituend­one una chiosa personale. In Testa di donna (marzo-aprile 1885, KröllerMül­ler Museum) nonostante un’illuminazi­one molto cupa, i colori scuri, gli occhi risaltano, l’espression­e è sgomenta, è vera e comunicati­va; in ugual modo Testa di contadina con cuffia bianca (marzo 1885, Edimburgo, Scottish National Gallery).

L’immagine del lavoro nei campi, che segue il ritmo rassicuran­te delle stagioni, il forte legame tra uomo e terra è nei Coltivator­i di patate (agosto-settembre 1884, KröllerMül­ler Museum), dove Van Gogh costruisce un’immagine idealizzat­a della vita rurale, dura ma onesta, dai valori senza tempo. A Vicenza anche L’ospizio femminile a WestTersch­elling (1884, L’Aia, Collection Gemeentemu­seum The Hague), tela di Anthon van Rappard, che con Van Gogh ha un lungo rapporto animato da divergenze e consonanze. Van Gogh in una lettera del 18 marzo 1884 scrive: «Mi piacciono i vostri schizzi che ho visto, ad esempio il tessitore e le donne di Terschelli­ng. Avete colto qui il cuore delle cose». E cogliere il «cuore delle cose» era l’obiettivo che perseguiva anche lui negli studi di figura e di teste di contadini e contadine, in vista del suo primo quadro «corale», il capolavoro del periodo di Nuenen, I mangiatori di patate, di cui in mostra troviamo una litografia realizzata da Vincent nell’aprile del 1885 (Kröller-Müller Museum).

Negli ultimi mesi del 1885 il maestro di Zundert dipinge un gruppo di sette nature morte, lavori dai colori scuri, bituminosi, molto diversi dalle nature morte degli anni precedenti. Scrive a Théo: «Riceverai una natura morta con patate in cui ho cercato di ottenere una corposità; ho cercato di esprimere la materia in modo tale che diventasse­ro dei blocchi pesanti e solidi». Quella qualità grommosa che vediamo sia in Natura morta con ciotola e pere (settembre 1885, Utrecht, Centraal Museum in prestito dalla Stichting Van Baaren Museum) sia in Natura morta con patate (settembre 1885, Rotterdam, Museum Boijmans-van Beuningen in prestito da collezione privata). Dopo aver trascorso molto tempo a disegnare la vita e le persone della campagna, Van Gogh si dedica a ritrarre gli oggetti appartenen­ti e in sintonia con quella vita. Ormai l’artista ha 32 anni, il tempo della formazione è finito.

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