Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Pediatra no vax nel mirino dell’Ordine «Più sani i bambini non immunizzati»
Sotto istruttoria Goffredo Chiavelli. Tiene conferenze sul libro di Gava, già radiato
TREVISO Un altro camice bianco «no vax» finisce nel mirino dell’Ordine dei Medici, dopo Roberto Gava e Paolo Rossaro, radiati rispettivamente dalle commissioni disciplinari di Treviso e Padova, e Claudio Sauro, sospeso per sei mesi dall’esecutivo di Verona. Sotto «inchiesta» all’Ordine di Treviso c’è un «discepolo» di Gava, il dottor Goffredo Chiavelli, 74 anni, il primo pediatra oggetto di «istruttoria» con l’accusa di aver sconsigliato i vaccini ai genitori dei propri pazienti, da alcuni dei quali è partita la segnalazione agli organi di categoria. In pensione dal 2008, dopo aver fatto l’assistente in Pediatria all’ospedale di Camposampiero (Padova) e il viceprimario ad Asolo, paese dove mantiene tuttora l’ambulatorio, Chiavelli continua a esercitare privatamente. E soprattutto fa parte del Corvelva, il Comitato regionale per la libertà delle vaccinazioni che negli ultimi mesi ha organizzato a Treviso, Padova e Venezia manifestazioni di protesta contro l’obbligo di immunizzare gli studenti da zero a 16 anni introdotto dalla legge statale. Partecipa a convepostato gni del Condav, la onlus che segue i danneggiati da vaccino, e da anni tiene conferenze a tema, anche fuori regione.
In uno di questi incontri, organizzato nel Trevigiano, Chiavelli racconta: «Io ho vaccinato i miei figli e tanti miei pazienti ma quando sono diventato viceprimario ad Asolo ho visto aumentare le allergie e ne non capivo il motivo. Poi ho trovato un articolo sulla pediatria steineriana (Rudolf Steiner era uno studioso del ‘900 che predicava un uso molto ristretto di antibiotici, antipiretici e vaccini, ndr) secondo il quale i bimbi soggetti a tale filosofia di vita e quindi non immunizzati non soffrono di allergie. Gli altri sì. Questa è stata la scintilla che mi ha fatto riflettere — continua il pediatria nel video del simposio su Youtube —. Poi ho visto il libro di Roberto Gava, diventato l’esperto europeo di vaccinazioni senza alcun collegamento con le case farmaceutiche, e da allora ho l’onore di tenere conferenze su questo testo. E ai miei colleghi pediatri chiedo: avete letto il libro di Gava?». Non a caso il professionista, che in passato correva nei rally, da giovane giocava a rugby ed è stato pure medico sportivo del Rugby di Asolo e Montebelluna, è uno dei 153 camici bianchi che nell’ottobre 2015 hanno firmato la lettera inviata da Gava a Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di Sanità, per contestare la «vaccinazione di massa». Chiavelli, nel 1992 specializzato in Omeopatia, come Gava sostiene: «Bisogna valutare bambino per bambino ed eventualmente inoculare un vaccino alla volta, non tutti insieme. Nessuno mai parla degli effetti collaterali, ma sono migliaia solo in Italia i soggetti danneggiati dalle vaccinazioni». Ora dovrà presentare all’Ordine una memoria difensiva. CASTELFRANCO Prima l’appuntamento telefonico contrattando la prestazione, poi nell’appartamento delle vittime, l’incontro che doveva essere a luci rosse ma degenera con il cliente che diventa rapinatore. E’ quanto accaduto nella notte tra il 15 e il 16 gennaio scorso a una cinese 50enne e una viados brasiliano 25enne che si prostituiscono in casa. I due, nello spazio di poche ore, sono stati aggrediti dallo stesso uomo, incastrato dai carabinieri del nucleo operativo di Castelfranco con un’indagine certosina che ha portato il gip Bruno Casciarri a chiedere l’arresto. In manette è finito un 25enne marocchino con vari precedenti penali, accusato di rapina. La prima vittima è la prostituta cinese, che il 25enne, apparso alterato, ha aggredito con tale violenza da fratturarle un dito per poi fuggire con un computer. Poco dopo ha ripetuto lo schema ai danni del transessuale che è però riuscito a farlo desistere. I due hanno chiesto l’intervento dei carabinieri che hanno così identificato il rapinatore. Gli inquirenti non escludono che vi siano altre vittime che, per paura o imbarazzo, non hanno sporto denuncia. (m.cit)