Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Identificati i bulli del treno. Polizia sulle linee a rischio
Caos sul treno, per i carabinieri sono otto ragazzi tra i 17 e i 27 anni Indagini su un altro episodio. Ciambetti: «La pena sia certa per tutti»
CASTELLO DI GODEGO (TREVISO) Sono otto ragazzi, italiani o nati in Italia da genitori stranieri, hanno tra i 17 e i 27 anni e vivono tra la Castellana e l’hinterland di Treviso, i bulli che sabato scorso hanno seminato il panico sul treno VeneziaBassano tra grida, spintoni e minacce ai passeggeri. Li hanno identificati i carabinieri di Castelfranco Veneto uno a uno, scorrendo le immagini delle telecamere di videosorveglianza dei comuni di Castelfranco e di Castello di Godego sistemati davanti alle stazioni nelle quali i ragazzi sono saliti e scesi.
CASTELLO DI GODEGO Con la loro bravata si sono ritrovati al centro di un caso mediatico, finendo su giornali e telegiornali nazionali per le urla, gli spintoni e il panico che, sabato scorso, hanno seminato su un treno partito da Venezia e diretto a Bassano del Grappa. Suscitando un tale clamore e una tale preoccupazione, da indurre il prefetto di Treviso Laura Lega a disporre l’intensificazione dei controlli sulle linee ferroviarie ritenute sensibili. Ragazzi che però, erano rimasti ignoti fino a ieri, quando con un lavoro certosino, i carabinieri di Castelfranco Veneto li hanno identificati. Uno a uno, scorrendo le immagini delle telecamere di videosorveglianza dei comuni di Castelfranco Veneto e di Castello di Godego. Piazzate davanti alle stazioni nelle quali sono saliti e scesi dal treno regionale 5740, sul quale hanno creato scompiglio.
Sono otto ragazzi, italiani o nati in Italia da genitori stranieri, hanno tra i 17 e i 27 anni e vivono tra la Castellana e l’hinterland di Treviso. Per ora sono solo identificati, ma presto per loro potrebbe scattare la denuncia per danneggiamento e minacce. Carabinieri e Polfer del Comparto del Veneto hanno chiuso il cerchio sulla gang in cinque giorni, fondamentali le immagini dei sistemi di videosorveglianza ma anche il lavoro investigativo sul campo. Partendo da quei volti, ripresi nelle stazioni e sul treno e visionate per due giorni, i militari guidati dal capitano Alessandro Albiero hanno acquisito tutte le informazioni utili a dare un nome agli otto giovani. E ora non ci sono più dubbi che sono loro quelli ripresi nelle immagini delle telecamere del circuito interno del treno, che mostrano i ragazzi visibilmente alterati, svuotare un estintore, insultare i passeggeri, spintonarli e sputare loro contro prima di sparire all’arrivo in stazione a Godego. Un parapiglia, che ha provocato il ritardo di oltre un’ora del convoglio. Ora i loro nomi finiranno negli atti che saranno consegnati alle rispettive procure di Treviso e dei minori di Venezia. Atti nei quali ci sono già la denuncia di Trenitalia per danneggiamento e quelle per minacce, presentate finora dai passeggeri del treno.
Le indagini continuano ora per identificare anche il ragazzo che, mercoledì sera, è stato protagonista di un episodio analogo, sullo stesso treno. Un giovane che, sorpreso senza biglietto, ha reagito violentemente contro il capotreno tanto da indurlo a chiedere l’intervento dei carabinieri e fuggito prima del loro arrivo alla stazione di Godego. Al momento ancora non si sa se si tratti di uno degli otto identificati. Due episodi gravi che sono finiti anche al centro del comitato per l’ordine e la sicurezza e che hanno convinto il prefetto Laura Lega della necessità di intervenire. In che modo? Rafforzando i controlli sui convogli di quelle linee e tratte ritenute più sensibili. Sicuramente quelle dove si siano verificati casi analoghi e quindi, tra i primi a essere presidiati dalla Polfer ci saranno i treni che viaggiano sulla direttrice Venezia-Bassano del Grappa, passando per la Castellana. Ma anche su quei treni che non sono dotati di sistemi di videosorveglianza interna. E intanto a carabinieri e Polfer arrivano i complimenti del presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti: «Grande soddisfazione per le indagini che in pochi giorni hanno risolto il caso a dimostrazione, se mai ce ne fosse di bisogno, della qualità e professionalità delle nostre forze dell’ordine – spiega Ciambetti -. La mia speranza è che i responsabili siano colpiti da una vera pena fatta scontare fino in fondo. Serve uno sforzo sempre più forte per ripristinare la legalità anche aumentando i controlli».