Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Film commission del Veneto al via Regione pronta

DETOUR FESTIVAL Promozione del territorio e incentivi per attirare cinema e produzioni. Il nuovo organismo sarà finanziato da fondi europei Il produttore Bonsembian­te: «Per la prima volta c’è la volontà politica»

- Macciò

Il lieto fine è dietro l’angolo. Anche il Veneto avrà presto una Film Commission regionale degna di questo nome: l’annuncio è arrivato ieri al cinema Porto Astra di Padova nell’ambito di Detour, il festival del cinema di viaggio organizzat­o dall’associazio­ne Cinerama che continua oggi e finisce domani tra proiezioni e incontri con gli autori. E la fonte è qualificat­a: il produttore padovano di Jolefilm Francesco Bonsembian­te, sul palco con il direttore del Corriere del Veneto Alessandro Russello e con Laura Zumiani di Trentino Film Commission, ha riferito al pubblico nell’incontro «Il cinema in Veneto e la promozione del territorio» quanto detto in privato mercoledì dall’assessore regionale alla cultura Cristiano Corazzari. E cioè che «a breve la Regione finanzierà la Film Commission» con i fondi europei Por-Fesr. «Negli ultimi 14 anni non era mai successo – commenta Bonsembian­te -. So bene che il processo non sarà rapido, ma è la prima volta che vedo una volontà politica così chiara».

Se all’annuncio seguiranno i fatti, il Veneto potrebbe invertire una tendenza tutt’altro che edificante. Secondo Bonsembian­te, infatti, la classifica italiana degli investimen­ti sul cinema vede in testa il Lazio (ovviamente fuori concorso) con 28,2 milioni, seguito dalla Puglia e dalla Provincia di Bolzano con 5 milioni a testa; la maglia nera spetta proprio al Veneto, ultimo con 300 mila euro dietro alla Lucania (350 mila).

«L’anno scorso erano centomila, l’anno prossimo non si sa ancora – dice Bonsembian­te -. Ora forse è arrivata una presa di coscienza e la prendo come un segno di speranza».

Nate per assistere investitor­i, autori, troupe e istituzion­i cinematogr­afiche, con servizi che vanno dall’assistenza logistica alla concession­e dei permessi passando per la mappatura di maestranze e fornitori, le Film Commission sono organismi in grado di promuovere le bellezze del territorio e di attirare risorse da tutto il mondo. I benefici sono evidenti: il Trentino, ad esempio, è passato da 92 giornate di riprese nel 2011 a 341 nel 2016, con tutto ciò che ne consegue in termini di turismo e indotto. In Veneto la Regione è pronta per partire, ma serve una regia per superare i campanilis­mi: «Credo che Padova possa diventare punto di riferiment­o e sede della nuova Film Commission – afferma Bonsembian­te -. Non lo dico perché vivo qui, ma per la centralità di Padova nella tradizione cinematogr­afica del Veneto»

All’incontro è stato ricordato quanto accaduto la scorsa estate al Festival del Cinema di Venezia, quando la Regione ha finanziato con 70 mila euro L’ordine delle cose del regista padovano Andrea Segre (prodotto proprio da Jolefilm) e poi ha omesso di citarlo tra i film della selezione ufficiale. In sala, tra l’altro, Corazzari si era detto deluso dalla pellicola, che tratta il tema dell’immigrazio­ne e dei respingime­nti alle frontiere. «Il sospetto tra le righe è che il problema sia ideologico», ha detto Russello.

«Il cinema non ha muri e vola dove può – ha risposto Bonsembian­te, dopo aver ricordato che qualche anno fa il Friuli Venezia Giulia aveva stretto i cordoni della borsa dopo un film sull’eutanasia di Marco Bellocchio -. Le ingerenze maggiori non arrivano dalla politica ma dalla burocrazia: abbiamo bisogno di rapidità e regole certe, altrimenti non possiamo pianificar­e il nostro lavoro. La censura? È più facile favorire un film che censurarne un altro: ho visto finanziare tanti film che non arriverann­o mai nelle sale, il rischio c’è sempre ma serve un lavoro di analisi per evitare di sbagliare».

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 ??  ?? Il film Una scena di uno dei film girati e prodotti in Veneto di cui si è più parlato ultimament­e: «La pelle dell’orso» con Marco Paolini
Il film Una scena di uno dei film girati e prodotti in Veneto di cui si è più parlato ultimament­e: «La pelle dell’orso» con Marco Paolini

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