Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Divorzio alla marocchina: paga il «dono di consolazione»
Padova, per la prima volta un giudice riconosce alla ex moglie di un nordafricano i diritti della tradizione
PADOVA Il tribunale di Padova ha riconosciuto il divorzio «alla marocchina»: immediato, senza passare per la fase di separazione, ma con il pagamento, da parte dell’ex marito, del Sadaq e del «dono di consolazione».
La sentenza, depositata nelle scorse settimane, è stata pronunciata dal collegio presieduto da Antonella Guerra ed è andata a sciogliere il matrimonio tra due giovani residenti nel Padovano. Lui, poco più che ventenne, è arrivato nel nostro Paese quand’era bambino. Lei invece è nata in Italia da genitori immigrati dal Marocco, e quindi ha la doppia cittadinanza. Si sono sposati nel 2014 ma l’unione è durata poco. Alla fine, di comune accordo, hanno deciso di prendere strade diverse.
L’introduzione del divorzio breve, ha ridotto per la Legge italiana a sei o dodici mesi (a seconda dei casi) il tempo di separazione necessario per potersi dire addio. Ma il Mudawwana, l’ordinamento del Marocco che regola il diritto di famiglia, prevede invece il divorzio immediato, pur con una serie di prescrizioni.
I due – con il patrocinio degli avvocati Ghita Marziano (per l’uomo) e Barbara Gerardo (per la moglie) – hanno chiesto al tribunale di Padova di applicare le norme del paese d’origine. Evidentemente avevano fretta di tagliare ogni legame anche perché, si legge nella sentenza, «dichiarano di non avere più nulla da pretendere l’uno dall’altro e la signora ha già trasferito da mesi la propria residenza e ha già provveduto ad asportare i propri effetti personali dalla casa coniugale».
Il collegio padovano ha accolto la loro richiesta, applicando un articolo del regolamento europeo che prevede che «i coniugi possono designare di comune accordo la legge applicabile al divorzio e alla separazione personale purché si tratti (…) della legge dello Stato di cui uno dei coniugi ha la cittadinanza al momento della conclusione dell’accordo».
Per quanto poco frequente, non è la prima volta che un tribunale italiano sancisce il divorzio immediato «per mutuo consenso» di una coppia straniera. La novità sta nel fatto che, in questo caso, i giudici si sono spinti oltre, estendo l’applicazione della legge marocchina anche ai rapporti patrimoniali. E così nella sentenza viene riconosciuto il pagamento, da parte del ventenne alla sua ex moglie, di una somma che comprende alcune voci della tradizione del Paese nordafricano: il Mout’â e il Sadaq. Il primo è il «dono di consolazione» che viene determinato in base alla durata del matrimonio e alla situazione finanziaria del coniuge. Il Sadaq, invece, è la dote nuziale che l’uomo paga alla donna per averla in sposa e che in questo caso è servita come «liquidazione» per la moglie.
Complessivamente il marocchino ha versato alla sua ex duemila euro, somma che i giudici ritengono «congrua, tenuto conto della durata del matrimonio e del fatto che entrambi i coniugi sono economicamente autosufficienti».