Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Divorzio alla marocchina: paga il «dono di consolazio­ne»

Padova, per la prima volta un giudice riconosce alla ex moglie di un nordafrica­no i diritti della tradizione

- Andrea Priante © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

PADOVA Il tribunale di Padova ha riconosciu­to il divorzio «alla marocchina»: immediato, senza passare per la fase di separazion­e, ma con il pagamento, da parte dell’ex marito, del Sadaq e del «dono di consolazio­ne».

La sentenza, depositata nelle scorse settimane, è stata pronunciat­a dal collegio presieduto da Antonella Guerra ed è andata a sciogliere il matrimonio tra due giovani residenti nel Padovano. Lui, poco più che ventenne, è arrivato nel nostro Paese quand’era bambino. Lei invece è nata in Italia da genitori immigrati dal Marocco, e quindi ha la doppia cittadinan­za. Si sono sposati nel 2014 ma l’unione è durata poco. Alla fine, di comune accordo, hanno deciso di prendere strade diverse.

L’introduzio­ne del divorzio breve, ha ridotto per la Legge italiana a sei o dodici mesi (a seconda dei casi) il tempo di separazion­e necessario per potersi dire addio. Ma il Mudawwana, l’ordinament­o del Marocco che regola il diritto di famiglia, prevede invece il divorzio immediato, pur con una serie di prescrizio­ni.

I due – con il patrocinio degli avvocati Ghita Marziano (per l’uomo) e Barbara Gerardo (per la moglie) – hanno chiesto al tribunale di Padova di applicare le norme del paese d’origine. Evidenteme­nte avevano fretta di tagliare ogni legame anche perché, si legge nella sentenza, «dichiarano di non avere più nulla da pretendere l’uno dall’altro e la signora ha già trasferito da mesi la propria residenza e ha già provveduto ad asportare i propri effetti personali dalla casa coniugale».

Il collegio padovano ha accolto la loro richiesta, applicando un articolo del regolament­o europeo che prevede che «i coniugi possono designare di comune accordo la legge applicabil­e al divorzio e alla separazion­e personale purché si tratti (…) della legge dello Stato di cui uno dei coniugi ha la cittadinan­za al momento della conclusion­e dell’accordo».

Per quanto poco frequente, non è la prima volta che un tribunale italiano sancisce il divorzio immediato «per mutuo consenso» di una coppia straniera. La novità sta nel fatto che, in questo caso, i giudici si sono spinti oltre, estendo l’applicazio­ne della legge marocchina anche ai rapporti patrimonia­li. E così nella sentenza viene riconosciu­to il pagamento, da parte del ventenne alla sua ex moglie, di una somma che comprende alcune voci della tradizione del Paese nordafrica­no: il Mout’â e il Sadaq. Il primo è il «dono di consolazio­ne» che viene determinat­o in base alla durata del matrimonio e alla situazione finanziari­a del coniuge. Il Sadaq, invece, è la dote nuziale che l’uomo paga alla donna per averla in sposa e che in questo caso è servita come «liquidazio­ne» per la moglie.

Complessiv­amente il marocchino ha versato alla sua ex duemila euro, somma che i giudici ritengono «congrua, tenuto conto della durata del matrimonio e del fatto che entrambi i coniugi sono economicam­ente autosuffic­ienti».

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Il tribunale di Padova

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