Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Gava, a giorni la sentenza da Roma L’Usl 2: «Rischia il licenziame­nto»

- di Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO Nelle stesse ore in cui scoppia il caso Goffredo Chiavelli, il pediatra no vax segnalato all’Ordine dei Medici da alcuni pazienti, l’Usl 2 Marca trevigiana aspetta di conoscere il destino di Roberto Gava, l’altro camice bianco accusato di sconsiglia­re le vaccinazio­ni e per questo motivo radiato dalla commission­e disciplina­re lo scorso aprile. Oltre a ricevere nel suo ambulatori­o di Padova, il cardiologo è infatti specialist­a all’ospedale di Castelfran­co, quindi rischia il posto. «Attendiamo dall’Ordine le motivazion­i della radiazione e dalla Commission­e centrale per esercenti le profession­i sanitarie, alla quale il medico ha presentato ricorso, la conferma o meno del provvedime­nto disciplina­re — spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl 2 —. Se la radiazione sarà confermata, per lui scatterà il licenziame­nto, perché non essendo più iscritto all’Ordine Gava non potrà più esercitare. Ormai siamo agli sgoccioli». Quanto a Chiavelli — che negli anni ‘70 era assistente di Pediatria all’ospedale di Camposampi­ero, allora sotto l’ex Usl 15 di Cittadella di cui Benazzi fu dg —, dice il manager: «Ai tempi in cui lavorava nell’ospedale padovano, non ha mai manifestat­o posizioni antivaccin­iste, altrimenti sarebbe stato sospeso. In seguito però, una volta passato ad Asolo, è diventato famoso per i suoi libri in materia. I no vax sono sempre stati molto forti nell’area dell’ex Usl 8, cioè tra Asolo, Montebellu­na, Resana e Castelfran­co, territori in cui infatti la copertura vaccinale raggiunge i valori più bassi del Veneto. Stiamo lavorando molto per contrastar­e una mentalità no vax purtroppo radicata — assicura Benazzi — collaboria­mo con i Comuni e organizzia­mo incontri nelle scuole. Abbiamo recuperato un 2%-3% di vaccinati, ma la strada è ancora lunga». «Non aiuta il rifiuto della Regione a consentire anche a noi di immunizzar­e i bimbi — aggiunge Franco Pisetta, segretario regione della Fimp, sigla dei pediatri — lo abbiamo chiesto più volte, invano. Eppure contribuia­mo in maniera significat­iva alla diffusione di questa fondamenta­le forma di prevenzion­e, formando i colleghi a rispondere ai dubbi delle famiglie e a sconfessar­e le bufale messe in giro dagli antivaccin­isti». Treviso capitale no vax? «Non credo sia un problema territoria­le — frena il sindaco Giovanni Manildo — forse qui i casi emergono perchè ci sono più controlli. L’unico antidoto è affidarsi a medici seri».

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