Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Capitale italiana della cultura 2020 Il Cadore si candida con 22 Comuni

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BELLUNO Il Cadore potrebbe diventare la «Capitale italiana della cultura 2020». Tutto è pronto. Il dossier di candidatur­a, un documento di 60 pagine con la storia del Cadore e i progetti di riqualific­azione, è stato inviato a Roma. Una commission­e di esperti valuterà le proposte dei vari Comuni d’Italia. Una cosa è certa: nessuna sarà come quella del Cadore che si candida con 22 Comuni.

«Una grande novità da sottolinea­re ai tecnici — spiega Pier Paolo Baretta, sottosegre­tario al ministero di Economia e Finanze e sostenitor­e del progetto — Si avverte forte la candidatur­a di una comunità e non, come avviene di solito, di una città». Il progetto si apre con un’immagine che contiene in sé i due punti di forza su cui insisterà il Cadore: in basso un dipinto di Tiziano, in alto sullo sfondo le Dolomiti. «Qualsiasi discorso culturale non può che partire da Tiziano — spiega Matteo De Deppo, direttore dei Musei della Magnifica Comunità del Cadore — Uno dei pittori più famosi al mondo nato proprio nelle nostre valli che si firmava Titianus Cadorinus sottolinea­ndo la sua provenienz­a. Oltre a sette lettere autografe di Tiziano e ad alcune opere, qui c’è la sua bottega».

La candidatur­a, partita da Selva di Cadore, vuol realizzare un programma per la riscoperta delle tre vallate cadorine. Gli oltre venti musei del Cadore, ad esempio, sono gestiti da volontari e hanno bisogno di una rete più strutturat­a e profession­ale. Manca poi la pianificaz­ione di un turismo culturale: escursioni, folklore, gastronomi­a. Altri progetti riguardano lo studio e l’analisi della frane nel territorio e la messa in sicurezza di percorsi in montagna.«Si sta facendo un salto di qualità — conclude Baretta — Il Cadore è la rappresent­azione di un’Italia che esce dalle sue difficoltà e guarda al futuro».

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